Lo studente italiano di 17 anni bloccato a Wuhan con febbre a 39 non ha il coronavirus
AGGIORNAMENTO: Il ragazzo di 17 anni italiano rimasto a Wuhan non ha il coronavirus. Lo confermano fonti della Farnesina. Il giovane, che non era potuto partire perché aveva una temperatura di 37,7 gradi (39 secondo un termometro italiano), è stato sottoposto stamattina al test in un ospedale universitario di Wuhan: l'esame ha dato un esito negativo, lasciando aperta la più rassicurante opzione della febbre da raffreddore. Attualmente, la Farnesina è al lavoro per poterlo riportare in patria il prima possibile, mentre sono in corso riunioni operative a vari livelli in tal senso. Il ragazzo è attualmente in un hotel di Wuhan e si dice "molto tranquillo" ma anche "molto stanco", perché "devo recuperare il sonno perduto. in quanto sono in piedi da due giorni". "Aspetto soltanto di tornare in Italia" ha raccontato lo studente 17enne di Grado, dicendosi "sollevato" perché i test di questa mattina hanno dato risultato negativo al contagio del coronavirus.
A bordo del Boeing dell'Aeronautica Militare che ieri ha riaccompagnato a Roma 56 cittadini italiani che si trovavano a Wuhan non è stato fatto salire un ragazzo di 17 anni, studente al liceo e originario di Grado, in provincia di Gorizia: durante i controlli preliminari infatti gli è stata diagnosticata febbre e si sta ora aspettando di capire se sia coronavirus: in quel caso dovrà rimanere in Cina per tutto il decorso della malattia, mentre in caso contrario potrà presto tornare in Italia. Ai genitori, che ieri l'hanno raggiunto al telefono, ha raccontato di stare meglio e che la febbre si sta abbassando da sola: il giovane non è solo ma è stato accompagnato da due funzionari dell'ambasciata italiana in ospedale per i controlli. A quanto pare quando è andato in aeroporto non sapeva di avere la febbre.
Come spiega Repubblica il 17enne si è presentato allo scalo di Wuhan domenica pomeriggio (ora italiana), con larghissimo anticipo rispetto all'orario concordato e da solo. Il giovane si trovava nella città epicentro del coronavirus da agosto, ospite di una famiglia cinese che partecipa al programma di scambio internazionale organizzato dalla onlus Intercultura. A Wuhan in realtà ci sarebbe finito per caso: la famiglia risiederebbe a centinaia di chilometri di distanza ma prima dell'esplosione dell'epidemia avrebbero deciso di portarlo in città per conoscere i nonni e festeggiare insieme il capodanno cinese. Naturalmente in quel momento nessuno sapeva ancora della pandemia di coronavirus, così il ragazzo è rimasto bloccato nella città "isolata" dal governo cinese.
Le condizioni di salute del giovane sarebbero state sempre buone così avrebbe deciso di approfittare del volo messo a disposizione dalle autorità italiane per tornare a Roma: insieme agli altri 56 connazionali si è sottoposto ai controlli preliminari e durante lo screening un termometro gli ha rilevato una temperatura corporea di 37,7 gradi, che poco dopo sono diventati 39. A quelle condizioni non è potuto partire: il giovane, con grande senso di responsabilità, ha ammesso anche di essere stato a contatto con una donna, della sua "famiglia cinese", che aveva forte tosse negli ultimi giorni. Al ragazzo è stato quindi impedito di imbarcarsi: in attesa di sapere se sia affetto da coronavirus, è accudito costantemente da due donne italiane incaricate dall'ambasciata poi, se i controlli daranno esito negativo, come tutti gli altri potrà fare ritorno a Roma e restare due settimane in quarantena al Centro olimpico sportivo della Cecchignola.