Coronavirus, strage di medici in Russia, la denuncia: “Lavoriamo senza mascherine e guanti”
Dopo settimane in cui il Paese sembrava meno colpito dalla pandemia mondiale, il numero dei contagi da coronavirus in Russia si è improvvisamente impennato fino a raggiungere in poco tempo otre 155mila casi, con oltre 10mila nuovi contagi negli ultimi tre giorni Secondo i dati ufficiali, i decessi da nuovo coronavirus nel Paese, invece, sono 1.451 ma sono in molti a temere che siano dati altamente sottodimensionati. Lo stesso sindaco di Mosca ha avvertito che circa il 2% dei residenti nella capitale potrebbe essere infetto senza saperlo. A lanciare l’allarme in realtà sono soprattutto gli operatori sanitari che come in altri Paese stano pagando un prezzo durissimo nella lotta contro il virus.
Studenti di medicina chiamati a sostituire dottori contagiati
Secondo diversi rappresentanti sindacali russi, sarebbero già un centinaio gli operatori sanitari russi morti per coronavirus e molti altri sarebbero stati contagiati o messi in quarantena con focolai nati proprio in ospedali e case di cura. A Mosca, gli studenti delle scuole di medicina sono stati mobilitati e alcuni hanno riferito al Moscow Times di essere stati costretti a sostituire il personale medico che si è ammalato. “Stiamo assistendo a infezioni di massa tra gli operatori sanitari", ha affermato al Guardian Andrei Konoval, copresidente di un sindacato indipendente degli operatori sanitari locali, aggiungendo: "Da tutto ciò che abbiamo visto, gli ospedali sembrano essere uno dei vettori chiave per la diffusione della malattia."
Mancano mascherine e guanti
I sindacati locali denunciano l’assoluta mancanza delle misure di sicurezza negli ospedali e addirittura operatori costretti a portarsi da casa mascherine e guanti. Da alcuni giorni online è apparso anche un elenco non ufficiale delle vittime tra i medici che conta già oltre cento camici bianchi deceduti con i sintomi della malattia. “L'idea nasce dal tentativo di contare e di scoprire in dettaglio cosa sta succedendo visto che no ci son numeri ufficiali” ha spiegato uno dei medici dietro l’iniziativa.