In Russia ufficialmente solo 34 positivi al Coronavirus e nessun morto: “Perché non fanno i tamponi”
La Russia ha saputo finora tenere a freno la diffusione del coronavirus, almeno a giudicare dal numero di contagiati. Nonostante abbia quasi 4.000 chilometri di frontiera in comune con la Cina, epicentro dell’emergenza sanitaria che da Wuhan si è diffusa in tutto il mondo, in Russia ufficialmente ci sono solo 34 persone infettate. E non ci sono notizie di vittime. Merito delle misure draconiane messe in atto da Mosca oppure dell’assenza di tamponi? A propendere per la seconda ipotesi è il New York Times che, pur riconoscendo la rapidità con cui le autorità russe hanno agito per contenere il contagio, lascia cadere la possibilità che siano stati realizzati pochi test per verificare i positivi a Covid-19.
Il numero di casi di coronavirus in Russia è più che triplicato nell'ultima settimana, ma rimane minuscolo rispetto alle proporzioni del Paese, il più grande al mondo in termini di estensione territoriale. D’accordo con i dati ufficiali diffusi da Rospotrebnadzor, l'autorità russa a difesa del consumatore, sono 34 le persone contagiate: di questi 31 sono cittadini russi tornati dall'estero, 2 sono cinesi e uno italiano. Dagli esami medici, è risultato che tutti i positivi al coronavirus nelle ultime due settimane avevano visitato Paesi con infezione da Covid-19. Tre malati – fa sapere sempre l’agenzia russa – risultano guariti e dimessi dall’ospedale. Solo ieri ci sono stati 6 nuovi infettati, di cui 4 a Mosca. Non sono riportate morti legate al coronavirus. Insomma, rispetto a quanto sta succedendo nel resto d’Europa, questi dati fanno della Russia un’isola felice per quanto riguarda la pandemia globale da Covid-19.
Secondo un'altra teoria, il numero di casi di coronavirus registrati in Russia sarebbe sottovalutato, anche grazie al fatto che la maggior parte dei pazienti non ha avuto bisogno di assistenza medica. “I test non sono sensibili al 100% e potrebbe accadere che un test non abbia rilevato il virus”, ha dichiarato il biologo Georgy Bazykin, professore associato dell'istituto Skoltech di Mosca. “È possibile che qualcuno abbia introdotto [il virus] in Russia ma sia guarito senza infettare nessuno”, l'ipotesi di Bazykin. “È probabile che ci siano molti contagi non rilevati – ha chiarito il biologo – ma non ho visto alcuna prova diretta che confermi l'esistenza di casi nascosti in Russia”.
Come ha fatto la Russia a contenere il coronavirus?
Fin dall’inizio della diffusione del virus, Mosca ha messo in atto tutta una serie di misure stringenti volte appunto ad impedire che l’infezione si propagasse all’interno dei confini nazionali. A partire dal 31 gennaio ha temporaneamente sospeso i viaggi d’affari delle compagnie russe in Cina. Allo stesso momento, venivano diffusi alla cittadinanza gli avvertimenti di cambiare le proprie abitudini, tra cui quella di abbracciarsi e baciarsi. I provvedimenti sono continuati il 2 febbraio quando sono stati sospesi i collegamenti ferroviari tra i due Paesi. Via via che l’epidemia di coronavirus si andava estendendo, le autorità russe hanno alzato il livello di guardia fino ad arrivare al 19 febbraio con la proibizione temporanea per tutti i cinesi di entrare nella Federazione.
Il 27 febbraio sono stati sospesi anche i viaggi turistici in Italia, Iran e Corea del Sud (tre dei Paesi con più contagiati da coronavirus). I tribunali a Mosca hanno anche iniziato a emettere ordini di espulsione contro cittadini cinesi, principalmente studenti, accusati di ignorare l'auto-quarantena. Il sindaco di Mosca, Sergey S. Sobyanin, ha detto giovedì che il sistema sanitario pubblico della città è in “stato di massimo allarme” e che sono iniziati i lavori di costruzione di un ospedale per malattie infettive nella periferia sud della capitale russa. Sempre a Mosca, sono aumentati i controlli della temperatura corporea ai passeggeri della metropolitana. Una delle ultime misure prese dal Cremlino è stata la sospensione dei collegamenti aerei con i Paesi maggiormente colpiti dal Covid-19 e l’obbligo di quarantena di 14 giorni per i cittadini russi di ritorno da Cina, Corea del Sud, Iran, Francia, Germania, Italia e Spagna.
Divieto di entrare al Cremlino anche per i giornalisti con la tosse. "Se avete il raffreddore, la tosse o i brividi, se semplicemente vi sentite poco bene, vi chiederei per favore di non venire ai punti stampa del Cremlino", ha detto senza mezzi termini il portavoce, Dmitry Peskov, nel mezzo dell'emergenza coronavirus. Poi, riporta l'agenzia Sputnik, ha puntualizzato: "Non necessariamente tutto ha a che fare con il coronavirus". Ma si tratta pur sempre di difendere la salute di Vladimir Putin.
Prezzi della verdura alle stelle e calo del Pil russo a causa del Covid-19
“La preoccupazione al Cremlino – afferma Eleonora Tafuro Ambrosetti, ricercatrice dell’Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) – non è tanto di natura sanitaria quanto economica. I prezzi delle verdure nella Russia orientale sono schizzati alle stelle – prosegue Tafuro Ambrosetti – mentre solo in crollo del turismo cinese costerà al Paese circa 50 milioni di dollari al mese”. A spaventare di più – sottolinea la ricercatrice – è l’impatto economico se il fermo produttivo del maggior partner commerciale della Russia dovesse continuare a lungo”. Le previsioni dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sul Pil russo non sono affatto rosee. Si stima una crescita del 1,2% nel 2020, inferiore alle aspettative ma comunque con una riduzione contenuta rispetto a quanto si prevede saranno le conseguenze sul piano economico negli altri Paesi più colpiti dal coronavirus.