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Covid 19

Morto di Coronavirus il medico che per primo ha dato l’allarme, aveva 34 anni

È stata confermata la morte di Li Wenliang, il 34enne medico cinese che aveva dato per primo l’allarme sulla diffusione del coronavirus, ma non era stato ascoltato ed era stato arrestato dalle autorità che lo accusavano di aver diffuso notizie false. La notizia della sua morte, lanciata dai media cinesi è stata prima sentita e poi confermata dall’ospedale.
A cura di Ida Artiaco
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Dopo una giornata di notizie contrastanti, è stata confermata la morte di Li Wenliang, il 34enne medico il medico che aveva dato per primo l'allarme sulla diffusione del coronavirus, ma non era stato ascoltato. A quanto riporta il South China morning Post, Li è deceduto alle 02.58 di venerdì (ora cinese). Lo ha comunicato l'ospedale di Wuhan dove il medico era ricoverato dopo aver contratto la malattia sul lavoro.  Dopo l'annuncio del decesso pubblicato su quotidiani on line cinesi e confermato dall'Oms,  la notizia era stata smentita dall'ospedale dove il dottore era ricoverato, poi l'annuncino ufficiale del decesso da parte di quello che è considerato l'organo del Partito comunista cinese, il Quotidiano del Popolo. "Piangiamo la morte del dottore di Wuhan, Li Wengliang, che sfortunatamente è stato contagiato dal nuovo coronavirus mentre combatteva l'epidemia", si legge in un tweet del Quotidiano del Popolo.

La brutta notizia della morte Li Wenliang, il medico cinese 34enne che per primo aveva lanciato l'allarme sul Coronavirus e che si era ammalato poco dopo, era stata diffusa da un quotidiano controllato dal Partito Comunista cinese, il Global Times, che poi però aveva  ritrattato  riportano la comunicazione della struttura sanitaria secondo la quale era sotto trattamento di emergenza per l'infezione da coronavirus,. Secondo quanto riferito, era stato sottoposto a trattamento con ECMO ( ossigenazione extracorporea a membrana ), una tecnica che supporta le funzioni vitali mediante circolazione extracorporea per mettere a riposo cuore e polmoni,

Li Wenliang, oculista di professione, si era accorto della presenza di un virus che si stava diffondendo a grande velocità nella provincia dell'Hubei, quando ancora non era scoppiata l'emergenza. Era convinto, però, che si trattasse della Sars. Alla fine di dicembre pubblicò un post in una chat tra colleghi per avvisare dell'infezione, ma le autorità lo obbligarono a tacere e la polizia lo accusò di raccontare notizie false arrestandolo con l'accusa di procurato allarme, salvo scarcerarlo quando è stato chiaro che i suoi allarmi erano pienamente giustificati.

Era stato poi scarcerato e riabilitato. Così è tornato a lavorare all'ospedale di Wuhan, dove pochi giorni dopo, avendo accusato febbre alta e tosse, è stato trovato positivo al Coronavirus. Il 34enne, dopo la conferma di avvenuto contagio, è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva, dove si trovava dall'inizio del mese di febbraio e dove nelle ultime ore il suo cuore ha smesso definitivamente di battere. Molti dei suoi concittadini, sotto choc, lo stanno celebrando sui social con numerosi messaggi di cordoglio: "Sei stato il nostro eroe". Lascia un figlio e la moglie, che è in attesa del loro secondogenito. "Siamo molto tristi di annunciare la perdita del medico e vogliamo ringraziare tutti i lavoratori che sono in prima linea, i medici e tutti coloro che abbiamo perso", è stato il commento di Michael Ryan, Executive Director, Who Health Emergencies Programme dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in conferenza stampa a Ginevra.

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