Il presidente Xi Jinping per la prima volta in pubblico con la mascherina anti Coronavirus
Il presidente cinese Xi Jinping si fa vedere per la prima volta dall'inizio dell'emergenza Coronavirus con indosso la mascherina protettiva. Il leader del Dragone si è sottoposto anche in pubblico alla misurazione della temperatura corporea: è accaduto nel pomeriggio in un'ispezione a un centro di prevenzione e controllo nella comunità di Anhuali, nel distretto di Chaoyang, a Pechino. Xi, riferisce la Xinhua, "ha chiesto informazioni su prevenzione e controllo dell'epidemia al suo livello primario e necessità relative alle forniture primarie". In base a un breve video e alle foto diffuse anche sulla televisione locale, il presidente si è poi intrattenuto e ha salutato alcuni lavoratori della comunità, ma sempre mantenendo il viso coperto dalla mascherina, diventata il simbolo dell'epidemia che ha già fatto più di 900 vittime, superando di gran lunga il numero dei decessi della Sars tra il 2003 e il 2003.
Molti cittadini avevano protestato per il comportamento di Xi Jinping all'inizio dell'emergenza, soprattutto se confrontato con il suo predecessore Hu Jintao che durante lo scoppio della crisi legata alla Sars nel 2003, visitò gran parte degli ospedali nella provincia del Guangdong, dove è stata scoperta la malattia. Tuttavia, non si è ancora recato a Wuhan, epicentro dell'infezione, dove il 27 gennaio scorso ha inviato il suo vice, Li Keqiang, che ha parlato direttamente con medici e infermieri per capire l'entità della patologia.
L'emergenza, dunque, continua. Proprio questa mattina il governo cinese ha chiesto all'Italia di non adottare misure eccessive. "Speriamo che l'Italia possa valutare la situazione in modo obiettivo, razionale e basato sulla scienza, rispettare le raccomandazioni autorevoli e professionali dell'Oms e astenersi dall'adottare misure eccessive", sono state portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, ad una domanda su possibili incomprensioni tra i due Paesi sulla chiusura dei voli diretti decisa da Roma. La situazione comincia a preoccupare soprattutto per le ricadute economiche che un blocco del genere può comportare. Anche se in questi giorni stanno riaprendo le fabbriche e molti lavoratori stanno tornando ai loro impieghi, le multinazionali continuano ancora a limitare la produzione. Tra queste, la casa automobilistica tedesca Volkswagen ha annunciato la chiusura per altri 10 giorni, sino al 17 febbraio, della maggior parte dei suoi impianti cinesi.