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Covid 19

Il governo inglese fa marcia indietro su immunità di gregge: “Evitate pub e contatti non necessari”

Dopo aver annunciato al popolo inglese che “molte famiglie perderanno i loro cari” a causa del coronavirus, il premier inglese Boris Johnson ha decisamente cambiato strategia invitando i cittadini a evitare contatti e a non recarsi in pub e teatri. “Dobbiamo proteggere le persone e ridurre la diffusione della malattia”.
A cura di Davide Falcioni
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Boris Johnson fa marcia indietro. Dopo aver annunciato al popolo inglese che "molte famiglie perderanno i loro cari" a causa del coronavirus, e dopo aver spiegato che un contagio di massa sarà inevitabile e che si punterà sull'"immunità di gregge" il primo ministro conservatore ha decisamente cambiato tono. Nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi infatti ha dichiarato che il Regno Unito si sta avviando a una fase di "rapida crescita" della curva dei contagi, che dovrebbero raddoppiare ogni cinque giorni. Per questa ragione il premier ha esortato le famiglie a rimanere in casa per 14 giorni se un membro è malato, ma l'indicazione ai cittadini è anche quella di ridurre al massimo i contatti non essenziali lavorando da casa quando possibile, rinunciando a pub, teatri e cinema.

Il premier ha quindi spiegato che la situazione è particolarmente grave a Londra: la capitale sarebbe diverse settimane avanti rispetto al resto del paese in termini di diffusione del coronavirus. Johnson ha aggiunto che non verranno più tollerati assembramenti, e che altri provvedimenti restrittivi verranno adottati anche nei prossimi giorni. Lo scopo del governo è decisamente cambiato rispetto alla scorsa settimana. L'obiettivo non sarà più quello di raggiungere l'immunità di gregge facendo ammalare centinaia di migliaia – se non milioni – di persone. Dopo le proteste e lo scalpore suscitato in tutta Europa dalle dichiarazioni del primo ministro lo scopo è quello di "proteggere le persone e ridurre la diffusione della malattia".

Appena venerdì scorso la linea dell'esecutivo inglese era ben diversa: Chris Whitty, consigliere medico-scientifico del governo, aveva prevusto come peggior scenario possibile che l'80% dei cittadini inglesi avrebbe contratto il virus, con un tasso di mortalità dell'1%. Patrick Vallance, l'altro consigliere scientifico dell'esecutivo, aveva dunque commentato: "Non possiamo impedire del tutto che il contagio si propaghi, e non è nemmeno desiderabile, perché dobbiamo creare una certa immunità nella popolazione per proteggerci anche in futuro". Questa decisione avrebbe causato decine di migliaia di vittime.

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