Coronavirus, epidemiologo: “Negli USA si rischiano 200mila morti”
Non si arresta la crescita di contagi di covid-19 negli Stati Uniti: con 124.763 casi gli USA sono di gran lunga il paese più colpito al mondo anche se il numero delle vittime – di 2.191 secondo le ultime stime – è nettamente inferiore rispetto a quello registrato finora in Italia. Il rischio, tuttavia, è quello di una strage senza precedenti: Anthony Fauci, il capo dell'istituto per le malattie infettive Usa, si potrebbero raggiungere "tra i 100mila e i 200mila morti".
In un'intervista rilasciata alla Cnn. Fauci ha spiegato che i modelli che indicano un numero di vittime di un milione "sono quasi certamente fuori strada". "Non è impossibile ma è molto, molto improbabile", ha affermato il funzionario sanitario. La stima del noto epidemiologo è di "milioni di casi e un numero di vittime compreso tra le 100 mila e le 200 mila. Non voglio sbilanciarmi su questo", ha però avvertito, "si tratta di numeri talmente in movimento che che ci si può facilmente sbagliare e si possono fuorviare le persone". Fauci si è mostrato più ottimista sul fronte delle forniture di test: "Rispetto a un paio di settimane fa ne abbiamo in numeri straordinariamente più alti". Le restrizioni, tuttavia, "resteranno ancora a in piedi" "Non sarà questione di settimane", ha sottolineato, spiegando che un ritorno alla vita normale "non sarà domani e non sarà certamente la prossima settimana. Ci vorrà un po' di più di così".
In un articolo pubblicato ieri dal New York Times si sottolinea che "se i casi di coronavirus aumentano in questo modo, l'area di New York sarà colpita da un'epidemia peggiore di quelle che si sono verificate a Wuhan, in Cina, o nella regione italiana della Lombardia". "Ovviamente non è garantito che il trend proseguirà in questo modo. Ciò che è successo finora non può essere utilizzato per prevedere cosa accadrà. E' possibile che il distanziamento sociale preso rallenti o fermi l'aumento dei casi. Ma quello che si può dire è che l'area metropolitana di New York ha avuto meno successo nel contenimento della curva, a questo punto dell'epidemia, rispetto a quanto fatto da Wuhan e dalla Lombardia nello stesso punto delle rispettive epidemie. E altre aree metropolitane americane sembrano sulla stessa strada".