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Coree, prosegue la propaganda del Sud. E il Nord minaccia l’attacco armato

Le prove di dialogo Pyongyang e Seul si arenano sulle richieste di scuse pretese dalla presidente sudcoreana dal regime di Kim Jong-un. E intanto quest’ultimo mobilita le sue forze speciali…
A cura di B. C.
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La propaganda della Corea del Sud a colpi di altoparlante anti-Pyonyang lungo il confine non si fermerà fin quando il Nord non si sarà scusato per l'incidente delle mine che, esplodendo, hanno ferito a inizio mese due soldati del Sud nel lato meridionale della zona smilitarizzata. E’ stata direttamente la presidente sudcoreana Park Geun-hye ad annunciarlo nel corso di una riunione con i suoi collaboratori: "Le scuse e la prevenzione di ogni nuovo atto di provocazione, compresa la provocazione nordcoreana delle mine che ha provocato l'attuale situazione, sono le cose più importante".

Tensioni tra le due Coree

Pyongyang ha comunque negato le imputazioni, rigettando ogni responsabilità sull’accusato, così come l'accusa di "primogenitura" nel caso dello scambio a colpi di artiglieria sul confine della scorsa settimana. Nel frattempo continuano i colloqui a Panmunjom, per cercare di evitare un conflitto armato. Dopo le dieci ore consecutive della vigilia, il negoziato è andato avanti ieri per 16 ore nella villaggio dove fu firmato l'armistizio del 1953 e continuerà per tutta la giornata di oggi. Seul denuncia lo schieramento di ulteriori mezzi di artiglieria e il dispiegamento di navi anfibio per il trasporto di forze speciali pronte al combattimento parte di Pyongyang. La Corea del Nord, invece, punta il dito contro la "guerra psicologica" messa in atto dal Sud nei propri confronti e minaccia l’attacco armato.

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