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Covid 19

Corea del Nord: per la propaganda del regime nessun caso di coronavirus

Malgrado la sua posizione geografica, tra Cina e Corea del Sud, la Corea del Nord non ha annunciato nessun caso di coronavirus dall’inizio della pandemia: il regime di Kim Jong Un si guarda bene dal rivelare i dati reali dei contagiati, e intanto accetta aiuti da Pechino e Mosca.
A cura di Davide Falcioni
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Sulla mappa dell'ormai celeberrima Johns Hokins University, che conteggia i malati e i morti di coronavirus nel mondo, è l'unico enorme buco nero: la Corea del Nord, paese governato da Kim Jong Un incastonato tra la Cina e la Corea del Sud. Qui è impossibile sapere quanti casi di coronavirus ci siano: i dati ufficiali dicono che nessuno ha mai contratto il covid 19, ma verificarli è praticamente impossibile vista la ritrosia del regime a comunicare qualunque cosa possa scalfire, anche leggermente, l'immagine del leader. Possiamo per ora solo affidarci agli indizi: alcuni giorni fa le autorità cinesi hanno imposto un severo lockdown nella città di Shulan, nel nordest del paese e non molto lontana dal"poroso" confine con la Corea del Nord. Il governo non si spiega come siano potuti avvenire i contagi e non pochi sospettano che siano arrivati da oltre frontiera, anche se a gennaio il regime di Pyongyang ha deciso di chiudere ogni contatto con l'esterno. E' noto, tuttavia, che mentre il confine con Seoul è blindato quello con la Cina non lo è affatto.

Il risultato è che ad oggi ufficialmente in Corea del Nord non sono presenti casi di coronavirus, anche se gli Stati Uniti sono convinti che anche in questo caso si tratti di pura e semplice propaganda. Anche il presidente cinese Xi Jinping sospetta che possano esserci casi se è vero come è vero che lo scorso fine settimana ha dichiarato pubblicamente di aver inviato aiuti al governo nordcoreano, in particolare un numero imprecisato di kit per effettuare test del tampone. Anche la Russia ha offerto il suo aiuto, così come numerose organizzazioni umanitarie.

Dal presidente Kim Jong Un nessun commento, neppure per ringraziare gli aiuti ricevuti. In compenso il giovane leader si è congratulato con la Cina per le modalità di gestione dell'emergenza sanitaria e con Vladimir Putin per l'impegno profuso nella lotta al Covid. Di cosa accada dentro i confini nordcoreani si sa poco o niente: solo che alcune migliaia di persone sarebbero state messe in quarantena e che alla fine di aprile i cittadini di Pyongyang – colti dal panico – avrebbero dato l'assalto ad alcuni supermercati.

In realtà il rischio che in Corea del Nord si verifichi una catastrofe umanitaria è concreto: il sistema sanitario del paese è in enorme difficoltà e milioni di persone vivono in condizioni di povertà estrema. L'arrivo del coronavirus potrebbe essere molto impattante e e provocare centinaia di migliaia di vittime, un po' come accadde con una carestia che negli anni '90 uccise tra le 240mile  e le 3,5 milioni di persone.

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