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Corea del Nord, “il lancio fallito è stato sabotato dagli hacker USA”

Una teoria non nuova: a rilanciarla un ex ministro degli Esteri britannico: dietro il tentativo fallito di Pyongyang ci sarebbe il sabotaggio cibernetico di hacker di Washington. Trump: “Al lavoro con la Cina per risolvere problema nordcoreano” –
A cura di Biagio Chiariello
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Ci sarebbe l’ombra degli hacker americani dietro il fallimento del test missilistico di questa mattina della Corea del Nord. Il missile è esploso dopo il lancio e la ‘colpa’ sarebbe dell'intelligence di Washington. Una teoria, non del tutto nuova, rilanciata da un politico conservatore britannico, Sir Malcolm Rifkind, ex ministro degli esteri e della difesa nei governi di John Major. “Forse è fallito perché il sistema non era in grado di portarlo a termine, ma si è portati a credere che gli Stati Uniti, attraverso metodi di cyberguerra, siano riusciti in varie occasioni a interrompere questo tipo di collaudi, facendoli fallire" afferma Rifkind, secondo quanto scrive il Telegraph. Lo stesso giornale inglese ricorda come già 2014 Barack Obama aveva preteso di intensificare gli sforzi per colpire la capacità missilistica nordcoreana con l’apporto degli hacker.

Intanto dopo un ‘rumoroso’ silenzio, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è tornato a scriver su Twitter, affermando che la Cina sta collaborando con la Casa Bianca per risolvere "il problema nordcoreano". "Perché dovrei chiamare la Cina un manipolatore di valuta quando sta lavorando con noi sul problema nordcoreano. Vediamo cosa succede!", scrive Trump. E in un tweet successivo il capo del governo ha scritto: "La nostra forza militare sta crescendo e sta diventando rapidamente più forte di quanto sia mai stata prima. Onestamente, non abbiamo scelta!". A fare eco a Trump è il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, durante la sua visita a Seul, ha detto: "L'America e la Corea del Sud devono mostrare fermezza di fronte alle provocazioni del regime di Pyongyang". La "provocazione" del lancio dei nordcoreani, ha sottolineato, "è un monito sui rischi che il popolo sudcoreano e la difesa americana corrono ogni giorno per difendere la libertà in questa parte del mondo".

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