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Corea del Nord: Kim Jong-un condanna a morte lo zio

Il presidente della Corea del Nord ha condannato lo zio alla fucilazione, accusandolo di cospirare contro il regime allo scopo di diventare il leader del paese.
A cura di D. F.
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Jang Song-Thaek, zio del dittatore nord coreano Kim Jong-Un, è stato condannato a morte dal nipote. L'uomo era considerato il numero due del regime di Pyongyang e – secondo l'agenzia stampa Kcna – sarebbe stato ucciso ieri. "L'imputato – dice l'organo di stampa – è un traditore della nazione. Ha effettuato atti sediziosi contro il partito e contro la rivoluzione allo scopo di rovesciare il leader, lo stato e il sistema socialista". Marito della sorella di Kim Jong-Il, padre dell'attuale leader del Paese, Jang Song-Thaek è stato in passato vice-presidente della commissione nazionale sulla difesa, considerato uno dei più influenti organi del paese. Il Governo degli Stati Uniti ha affermato che intende verificare la notizia della condanna a morte in modo indipendente. Il Dipartimento di Stato ha affermato: "Se venisse confermato, saremmo davanti all'ennesima dimostrazione della brutalità del regime. Seguiamo da vicino gli sviluppi e ci consulteremo con i nostri alleati della regione". Praticamente identico il comunicato diramato dal Ministro dell'Unificazione della Corea del Sud.

Kcna ha reso noto che l'imputato ha tentato di fomentare un colpo di stato utilizzando anche membri dell'esercito disposti a tradire. Lunedì Jang Song-thaek era stato licenziato dal suo incarico per aver commesso "crimini" e mobilitato "una fazione rivoluzionaria". Naturalmente non solo l'agenzia stampa ufficiale, ma anche tutti gli altri media di stato hanno rincarato la dose, descrivendo a più riprese lo zio del leader come un "uomo spregevole, peggio di un cane", e accusandolo di avere rapporti "inopportuni" con le donne. Non è la prima volta che Jang Song-thaek  finisce nei guai: nel 2004 infatti era stato spedito a "riabilitarsi" in un'acciaieria dopo essere stato accusato di corruzione.

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