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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Controllo sociale e terrore: il segreto di Hamas, il gruppo che governa Gaza e sfida Israele

Le origini, la storia e gli obiettivi di Hamas, il partito armato islamista che governa la Striscia di Gaza e che venerdì ha lanciato il più massiccio attacco mai ricevuto da Israele.
Intervista a Paola Caridi
Storica, giornalista e saggista
A cura di Davide Falcioni
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Yahya Sinwar, leader di Hamas e Gaza
Yahya Sinwar, leader di Hamas e Gaza
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Un partito politico islamista, dotato di un braccio armato responsabile di attentati terroristici e crimini di guerra. Ma anche un'organizzazione che nel corso degli anni ha saputo convincere la popolazione palestinese – stretta nella morsa della Striscia di Gaza – grazie a un programma economico e sociale improntato al potenziamento del "welfare", con l'apertura di scuole e ospedali e il sostegno finanziario a vedove ed orfani. Questa è Hamas, l'organizzazione politica che governa Gaza e che due giorni fa ha lanciato l'attacco a Israele, uccidendo civili e prendendo centinaia di ostaggi. Ma quali sono le sue origini? E quali i suoi obiettivi? Fanpage.it ha interpellato Paola Caridi, docente di Storia delle Relazioni Internazionali, socia dell’Istituto Affari Internazionali, giornalista e saggista. A novembre 2023 uscirà per Seven Stories Press (New York) "Hamas. From Resistance to Regime", l’aggiornamento della sua ricerca storico-politica su Hamas, uscita in italiano per Feltrinelli, nel 2009.

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Quali sono le origini di Hamas? Quando è stata fondata questa organizzazione politica e con quali motivazioni ideologiche?

Quella di Hamas è una storia molto lunga e complessa che ha inizio da ben prima della sua fondazione, nel 1987. Da svariati anni, infatti, all'interno del panorama politico palestinese si muovevano gruppi intenzionati a costituire il braccio politico locale della fratellanza musulmana. Hamas, quindi, trae le sue origini all'interno di un movimento regionale ben più ampio che in Palestina ha avuto una storia diversa, proprio in relazione al rapporto con Israele. L'islamismo è gradualmente cresciuto sia all'interno della Striscia di Gaza che in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Hamas, quindi, è nato con un braccio politico e con uno militare, il cui leader è Yahya Sinwar. Era il 1994 quando il partito iniziò ad adottare lo strumento del terrorismo, segnando in maniera tragica la vita nelle città israeliane e a Gerusalemme. Gli attentati vennero sospesi nel 2005 in previsione dell'ingresso in una cornice diversa, quella della democrazia rappresentativa; Hamas sostenne quell'anno l'elezione di Maḥmud Abbas, conosciuto anche con il nome di Abu Mazen, alla presidenza dell'Autorità Nazionale Palestinese prendendo parte anche alle prime e finora uniche elezioni politiche palestinesi nel gennaio del 2006, e vincendo a sorpresa con oltre il 60%.

Come fece un partito islamista come Hamas ad acquisire consenso in una società ritenuta tendenzialmente laica come quella palestinese? 

Hamas trionfò grazie alla protesta contro l'ANP, e in particolare contro Fatah, accusata di corruzione. Questo però non basta: Hamas presentò agli elettori un preciso programma che convinse non solo l'elettorato islamista, ma anche quello laico. Così arrivò al potere, senza tuttavia ottenere il riconoscimento né di Israele né della comunità internazionale, che non cercò mai un modo per blindare Hamas all'interno delle regole della democrazia rappresentativa.

Come mai?

In quella fase storica Hamas non intendeva riconoscere lo stato di Israele, come avrebbe invece fatto implicitamente anni dopo. Il risultato fu uno scontro violentissimo tra l'organizzazione islamista e Fatah, il controllo di Hamas dell'intera Striscia di Gaza e la chiusura totale di questo territorio da parte di Israele, che ne acquisì il controllo di due frontiere terrestri e una marina, mentre l'Egitto prese il controllo del confine meridionale. Dal 2007 ad oggi Gaza è un luogo sigillato, che non ha alcun rapporto con il mondo. A Gaza si nasce, si vive e si muore. In quei 400 chilometri quadrati vivono 2,3 milioni di persone sotto il controllo diretto di un governo, sempre più diventato regime, che è quello di Hamas.

Come ha fatto Hamas a crescere così tanto nella "prigione a cielo aperto" che è la Striscia di Gaza? Quale "programma" è stato proposto ai cittadini?

Un programma che guardava al rapporto diretto con la popolazione, a differenza di quanto fatto in precedenza dall'Autorità Nazionale Palestinese. Hamas fece proposte economiche e sociali convincenti puntando fortemente sul rafforzamento di quello che potremmo chiamare "welfare": forniva aiuto alle vedove e agli orfani, apriva scuole e ospedali. Tutte iniziative che portarono i cittadini a votarlo. Ma non solo: Hamas aveva anche prospettive politiche convincenti nel rapporto con Israele. Si chiedeva: "Come mai non esiste ancora uno stato palestinese? C'è troppa collaborazione con Tel Aviv? Come possiamo far capire a Israele che intendiamo costituire uno Stato sovrano?". A queste domande Fatah non aveva saputo offrire risposte. Lo fece Hamas.

Bombe di Israele nella Striscia di Gaza
Bombe di Israele nella Striscia di Gaza

Questo accadeva nell'ormai lontano 2006. Oggi però quali sono gli obiettivi di Hamas?

Gli obiettivi sono cambiati notevolmente. L'embargo imposto da Israele dal 2007 in poi sulla Striscia di Gaza, gli arresti di esponenti di Hamas in Cisgiordania da parte dell'ANP e le rivoluzioni e controrivoluzioni in tutta l'area dei Paesi arabi hanno fatto sì che le stesse alleanze di Hamas si diversificassero, ad esempio nelle relazioni con Paesi come Egitto, Siria e Turchia. A tutto ciò va aggiunto il ruolo, sempre molto attivo, dell'Iran. Ecco, alla luce di tutto ciò anche gli obiettivi di Hamas sono mutati nel tempo. Una cosa è però evidente: quello che è accaduto il 7 ottobre del 2023 significa che Hamas ha pensato di non dover essere più schiacciato da quel buco nero che è Gaza. Questo è avvenuto soprattutto dopo che Arabia Saudita e Iran hanno normalizzato i loro rapporti con la benedizione della Cina. Riyad ha ripreso ad avere relazioni con Israele: questa scelta è stata percepita da Hamas come una sua marginalizzazione. I leader del movimento islamista infatti vogliono partecipare in prima persona ai negoziati sulla soluzione del conflitto israelo-palestinese. La risposta così violenta da parte di Hamas, persino i crimini di guerra commessi in questi giorni, rappresentano un messaggio al resto del mondo: "Hamas c'è, la Striscia di Gaza c'è ed è parte della Palestina".

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Come vengono reclutati i miliziani di Hamas? E chi li arma?

Non lo sappiamo con certezza, ma sicuramente questa volta non si tratta di armamenti autoprodotti a Gaza: quelle armi potrebbero essere arrivate attraverso dei tunnel sotterranei di cui si vocifera da decenni. Si tratta di gallerie strettamente militari e diverse da quelle con l'Egitto in cui in passato transitavano dalle automobili ai medicinali, dalle mucche ai vestiti. Di certo le armi non volano e arrivano passando attraverso quei tunnel. Impossibile però dire con certezza chi le fornisce.

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