Contatta sui social 8 ragazzine fragili, le uccide e le fa a pezzi: chiesta la pena di morte

Una dichiarazione di piena colpevolezza per tutti gli omicidi che gli vengono attribuiti, così si è aperto a Tokyo il processo contro Takahiro Shiraishi, il 29enne giapponese protagonista di ben nove agghiaccianti delitti, quasi tutti ai danni di ragazzine fragili che riusciva a contattare e circuire sui social, in particolare attraverso twitter. La orribile vicenda che vede protagonista Shiraishi venne a galla nell'ottobre di tre anni fa quando con un blitz la polizia fece irruzione nella casa del giovane nell'ambito di una indagine sulla scomparsa di una 23enne, scoprendo i cadaveri smembrati di nove persone, otto donne e un uomo, attirate in trappola dal 29enne, strangolate e fatte a pezzi.
Come accertato dalle indagini, a spingere il serial killer ad agire la voglia di vedere soffrire e morire gli altri. Per avere vita facile Takahiro Shiraishi si accaniva su ragazzine fragili che contattava attraverso i social ma non ha esitato a uccidere anche il fidanzato di una di loro che aveva scoperto tutto. Il 29enne individuava giovane ragazze aspiranti suicide o comunque persone che manifestavano pensieri di estremo autolesionismo, offrendosi di aiutarle nel percorso verso la morte. Spesso le incoraggiava dicendo che si sarebbero suicidati insieme ma in realtà la sua unica volontà era di vederle soffrire e morire davanti a lui.
La tecnica del giovane era sempre la stessa: dopo aver puntato la sua preda, cercava di convincerla a fidarsi di lui e ad allontanarsi da chi invece cercava di aiutarla sul serio come la famiglia. Infine la portava nel suo appartamento a Zama, a circa 40 chilometri a sud-ovest di Tokyo, dove la aggrediva sessualmente prima di strangolarla. L'imputato è stato catturato nell'ottobre 2017 quando il fratello di una delle vittime ha trovato i messaggi di Shiraishi nell'account Twitter della sorella. Ha chiesto a una conoscente di contattare Shiraishi e organizzare un finto incontro, quindi ha informato la polizia.
Quando la polizia ha fatto irruzione nella casa di Shiraishi, l'uomo ha subito ammesso che il corpo della giovane donna che stavano cercando era nel congelatore. Gli agenti hanno poi scoperto che nello stesso frigo e in altri contenitori refrigerati vi erano parti del corpo di tutte e nove le vittime. Se condannato Takahiro Shiraishi rischia la pena di morte.