Congo, “rapiti” 22 bimbi adottati dall’Italia. Ma la CAI smentisce
AGGIORNAMENTO – La smentita del Cai: "Con riferimento alle notizie riportate da alcuni media riguardanti le procedure adottive in Repubblica Democratica del Congo, la Commissione per le Adozioni Internazionali precisa che si tratta di notizie false e calunniose strumentalmente fatte veicolare nel non mascherato tentativo di pregiudicare il positivo esito delle procedure pendenti in RDC e nel deprecabile intento di allarmare i genitori adottivi in attesa dei propri figli dal Congo. La Commissione conta sulla responsabilità degli enti operanti in RDC, che hanno già manifestato la loro posizione di appoggio all’operato della CAI nei comunicati di novembre 2014, affinchè siano isolate inaccettabili e ingiustificate posizioni di pregiudizio degli interessi dei minori adottati dalle famiglie italiane. La Commissione conferma gli ottimi rapporti con le autorità della RDC nel perseguire la tutela dei diritti dei bambini e, certa della piena consapevolezza e responsabilità dei genitori adottivi, conferma il massimo impegno e la massima fiducia nel positivo esito delle adozioni in Repubblica Democratica del Congo".
Quella foto della bimba congolese impegnata a fare le treccine al ministro delle Riforme Maria Elena Boschi era il simbolo della la fine di una brutta storia. Una storia fatta di fame e povertà per quei piccoli, e di ansia e sgomento per i genitori pronti ad accoglierli. La storia però non ha ancora un lieto fine e, anzi, ora si tinge di giallo. Perché secondo quanto riportato oggi dal Fatto Quotidiano, che riprende il giornale congolese "Le Potentiel", la sera dello scorso 29 dicembre 22 bimbi già destinati a coppie italiane sarebbero stati prelevati con la forza dall'orfanotrofio di Kinshasa, Maison Familiare Ange Gabrielle. Dopo aver assicurato di essere stati inviati dalla Commissione adozioni internazionali dell'Italia “tre uomini con accento francese” hanno caricato i piccoli in lacrime. "Con indosso un pigiama, i bimbi avrebbero opposto resistenza ai loro accompagnatori, avrebbero lanciato urla per opporsi al trasferimento e sono stati caricati su un veicolo dagli intermediari dei loro genitori adottivi".
Dalle prime, frammentarie informazioni – si legge sul Fatto Quotidiano – sembra che i tre uomini abbiano giustificato il "prelievo" dei bimbi con lo spostamento in un altro orfanotrofio, ma non c'è nulla di ufficiale. "Secondo le testimonianze raccolte – scrive il quotidiano di Kinshasa, che cita come fonte un attivista dei diritti umani – ad agire sarebbero stati 3 congolesi, collaboratori della fondazione Rafael (agenzia italiana)".
Una vicenda che avrebbe portare ad aprire una indagine da parte del ministero congolese del Genere, della Famiglia e del Bambino. Anche la Farnesina starebbe cercando di capire cosa sia successo:
L'episodio rischia di aggravare ulteriormente i rapporti tra Congo e Italia, sul versante delle adozioni internazionali. Da quando, nel 2013, il Congo ha sospeso le adozioni, circa 150 famiglie italiane che hanno adottato un bambino congolese attendono una risposta dalla Cai sullo stato delle trattative per sbloccare la situazione, la il centralina della Commissione presieduta dall'ex magistrato Silvia Della Monica risponde rimandando a un altro numero.