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Conflitto Israelo-Palestinese

Conflitto Israele e Striscia di Gaza, tregua in salita: ancora raid e razzi

Continuano i raid e i razzi dopo una settimana di scontri tra Israele e Palestina. Il ministero della Salute dei Territori palestinesi aggiorna a 197 il totale dei morti. Il totale include 58 minori e bambini e 34 donne. I feriti sarebbero per ora 1.235. Intanto questa sera suonano le sirene ad Ashkelon, dopo quasi due ore di quiete.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sale il bilancio delle vittime dopo una settimana di scontri tra Israele e i gruppi armati palestinesi nella Striscia di Gaza. Il ministero della Salute dei Territori palestinesi aggiorna a 197 il totale dei morti. Il totale include 58 minori e bambini e 34 donne. I feriti sarebbero per ora 1.235. Intanto questa sera suonano le sirene ad Ashkelon, dopo quasi due ore di quiete. L'allarme che segnala il lancio di razzi è suonato anche nel centro di Israele, a Beer Sheva e nelle zone circostanti.

Eppure la tregua viene invocata da più parti: oggi il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha tenuto una riunione di emergenza sulla situazione in Medio Oriente, mentre l'Ue ha convocato per martedì una riunione urgente dei ministri degli Affari esteri.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha aperto l'incontro chiedendo alle parti di fermare il "ciclo insensato di spargimento di sangue, terrore e distruzione" e ha assicurato che l'Onu sta lavorando per un "cessate il fuoco immediato" in quella che viene considerata la peggiore crisi tra israeliani e palestinesi dalla guerra del 2014. Guterres si è detto "sconvolto dal numero sempre più elevato di vittime civili palestinesi" e ha condannato i razzi lanciati da Gaza che hanno ucciso israeliani. Alla riunione era presente sia la parte israeliana sia quella palestinese, che si sono scambiate reciproche accuse. Il ministro degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Riad Malki ha accusato Israele di aver commesso "crimini di guerra e crimini contro l'umanità".

Ma il premier israeliano Netanyahu tira dritto: "L'operazione a Gaza richiederà ancora tempo, quello che sarà necessario", aggiungendo che Israele "ha il sostegno degli Usa. Continueremo quanto necessario – ha detto – per riportare la calma". Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che l'edificio a Gaza dove avevano le sedi l'Associated Presse e Al Jazeera, e che è stato distrutto da Israele ieri pomeriggio, ospitava anche un ufficio di Hamas, ma non ha fornito prove. La torre "era un obiettivo perfettamente legittimo", ha detto il premier a Face the Nation della Cbs.

Oggi l'esercito di Israele ha annunciato che da Gaza sono stati sparati verso Israele 3.100 razzi. Il calcolo parte dall'inizio dell'Operazione guardiano delle Mura. Di questi, circa 450 hanno fallito e sono caduti nel territorio palestinese. Il sistema Iron Dome ha intercettato circa 1.210 razzi. "Mentre le famiglie israeliane si riuniscono per celebrare la festa di Shavuot, i terroristi di Gaza continuano a lanciare razzi contro di loro nel Sud di Israele. Difenderemo la nostra gente". Si legge in un tweet dell'Idf.

Gli Stati Uniti hanno confermato il massimo impegno per arrivare al cessate il fuoco, mentre la Cina, che detiene la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza, ha accusato esplicitamente la Casa Bianca di aver impedito all'Onu di arrivare a una posizione unitaria e di voler marginalizzare la questione palestinese. Il presidente Usa Joe Biden ha espresso grave preoccupazione per gli attacchi da parte di entrambi i fronti ma ha anche riconosciuto il "diritto di Israele a difendersi".

L'ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield ha affermato che gli Usa stanno "lavorando senza sosta attraverso i canali diplomatici per cercare di porre fine al conflitto". Il costo umano "è stato devastante" e "purtroppo è probabile che questi numeri crescano entro la fine della sessione di oggi", ha detto l'ambasciatrice nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza.

Thomas-Greenfield ha espresso preoccupazione per la violenza tra arabi ed ebrei nelle "comunità miste all'interno di Israele" e ha espresso "allarme" per gli attacchi ai giornalisti. L'ambasciatrice ha quindi chiesto a tutte le parti di proteggere i civili, le cliniche mediche e le strutture delle Nazioni Unite. Al termine della riunione del Consiglio di Sicurezza comunque non è arrivata una risoluzione sul conflitto fra Israele e Hamas.

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