Conferenza stampa del premier israeliano Netanyahu: “Libereremo gli ostaggi. Dimissioni? Solo di Hamas”
Dopo la pubblicazione nella giornata di oggi di un video che mostra 3 donne israeliane ancora in ostaggio a Gaza, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha convocato una conferenza stampa alla quale sono stati invitati anche i familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e i media stranieri. La conferenza stampa segue il filmato nel quale uno degli ostaggi di rivolge direttamente al premier israeliano, chiedendogli di accettare il "cessate il fuoco" già promesso in un incontro con la stampa precedente. Subito dopo, l'attacco per la mancata difesa del 7 ottobre, quando Hamas ha portato a termine il suo attacco contro Israele. "Quel giorno non c'era l'esercito, non c'era nessuno. Non siamo stati difesi – ha spiegato la donna – e adesso siamo ostaggi in condizioni davvero impossibili. Hai salvato tutti, ma noi siamo ancora qui sotto le bombe".
L'attacco ai vertici militari e dei servizi segreti israeliani
Nella conferenza stampa, Netanyahu ha chiarito la sua posizione sulle voci relative all'indebolimento della sua leadership di governo in Israele e sulle operazioni per liberare gli ostaggi. Il premier israeliano, contraddicendosi più volte, è tornato prima sull'attacco ai vertici militari e dei servizi segreti che aveva accusato di "non averlo informato" su quanto i miliziani di Hamas stavano programmando per il 7 ottobre. "Ho sbagliato – ha ribadito – a dire quelle cose. Ho la massima fiducia nel nostro esercito e nei vertici dell'intelligence" ha concluso, senza però fare riferimento ai dubbi sulla possibile "connivenza" da parte di alcuni organi israeliani per quanto fatto il 7 ottobre da Hamas.
Il rifiuto al cessate il fuoco a Gaza
"Non abbiamo iniziato noi questa guerra – ha dichiarato dopo aver sottolineato che Israele non concederà un cessate il fuoco a Gaza -. Non l'abbiamo voluta noi, ma la porteremo al termine fino alla vittoria. C'è un tempo per la pace e uno per la guerra, ma ora è tempo di guerra e Israele è pronta a combattere. Vogliamo che gli ostaggi vengano liberati e senza condizioni".
Gli ostaggi nelle mani di Hamas sono ormai più di 200 secondo le informazioni disponibili e tutti, stando alle dichiarazioni dei miliziani, si trovano a Gaza. Nella cittadina palestinese, però, continuano senza sosta i bombardamenti che stanno mettendo a dura prova i civili e i pazienti degli ospedali. Netanyahu, spiegando il suo rifiuto a un cessate il fuoco, ha affermato di essere "fiducioso sul successo delle operazioni via terra" e che crede che gli scontri via terra con i miliziani di Hamas possano portare alla liberazione degli ostaggi.
La smentita sulle dimissioni
"Ogni Paese – ha continuato – dovrebbe stare dalla parte di Israele e richiedere il rilascio degli ostaggi senza condizioni. Non cesseremo il fuoco. Sulle mie dimissioni, invece, dico che l'unica cosa che voglio che si dimetta è Hamas. Li costringeremo a rinunciare ai loro obiettivi, è una mia responsabilità e così continuerò a guidare il mio Paese".
In ultimo, Netanyahu è tornato a parlare della penetrazione via terra nella Striscia di Gaza, sostenendo che questa in atto è la "terza fase della guerra", con l'esercito che avanza "in maniera misurata ma potente" nella Striscia di Gaza. "La prima fase era stata quella del contenimento, la seconda quella del martellamento dal cielo che continua ancora. Adesso siamo nella terza fase, quella della penetrazione via terra nella Striscia".