Condannato all’ergastolo per aver ucciso il figlio della compagna: lo scosse a morte dopo notte ai videogame
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Christopher Stockton, un uomo inglese di 38 anni, è stato condannato all’ergastolo con un minimo di 25 anni da scontare in carcere per aver ucciso il figlio della sua compagna, Charlie, di un anno e 10 mesi. La tragedia è avvenuta a Darlington, nel Regno Unito, dopo che Stockton aveva trascorso la notte a giocare alla Xbox.
Paula Roberts, la madre di Charlie, aveva lasciato il bimbo alle cure di Stockton il 12 gennaio 2024 mentre si recava a un controllo oculistico. Pochi minuti dopo la sua partenza, Stockton chiamò i soccorsi, dichiarando che il piccolo era diventato "molle". Charlie, nato prematuro e con difficoltà di comunicazione, era particolarmente vulnerabile. Le indagini hanno rivelato che Stockton aveva inflitto al bambino una grave lesione cerebrale, paragonabile a quella di un incidente stradale o di una caduta da diversi piani. Charlie è morto in ospedale il giorno seguente.
Stockton aveva cercato di giustificare l’accaduto sostenendo che Charlie aveva soffocato con un biscotto. Tuttavia, ulteriori esami hanno smentito questa versione, confermando che il bambino era stato scosso violentemente. Paula Roberts, inizialmente accusata di maltrattamenti, ha ammesso di aver trascurato il figlio non cercando cure mediche per i lividi che Stockton gli aveva causato nelle settimane precedenti. Le autorità hanno trovato sul suo telefono foto che ritraevano Charlie con ferite e messaggi in cui prometteva di cercare aiuto medico, senza mai farlo. Roberts è stata condannata a quattro anni di carcere.
Il giudice Mr Justice Goss ha dichiarato: "Hai privato la sua famiglia della gioia di crescere un bambino e di condividere con lui gli eventi della vita. Nessun tribunale può annullare il danno che hai causato". Stockton, che si era trasferito in casa di Roberts e Charlie solo una settimana prima del tragico evento, non aveva precedenti penali. La sua difesa ha sostenuto che l’omicidio non era premeditato e che non c’era intenzione di uccidere.