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Condanna annullata in Polonia per Justyna Wydrzyńska che aiutò una donna ad abortire: chiesto nuovo processo

La Corte d’Appello polacca ha chiesto un nuovo processo per l’attivista Justyna Wydrzyńska condannata a 10 mesi di lavori socialmente utili per aver fornito la pillola abortiva a una donna che aveva subito violenza domestica nel 2020.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Justyna Wydrzyńska
Justyna Wydrzyńska

È stato ordinato un nuovo processo per Justyna Wydrzyńska, attivista simbolo del movimento polacco per il diritto all'aborto che nel 2023 era stata condannata a dieci mesi di servizi sociali per aver aiutato una donna ad abortire tramite pillole. Il tribunale ha ordinato che si rifaccia il processo contro l'attivista

La Corte d'appello ha concluso che Wydrzyńska non era stata sottoposta a un processo equo perché il giudice del tribunale di primo grado non era stato oggetto di nomina indipendente. Così l'attivista dovrà di nuovo presentarsi dietro il banco degli imputati per aver fornito a una donna vittima di violenza domestica la pillola abortiva nel 2020.

L'accusa nei confronti dell'attivista era quella di assistenza all'aborto e possesso non autorizzato di medicinali allo scopo di introdurli sul mercato. Nel 2021 in Polonia è entrata in vigore una legge che rendeva quasi completamente illegale l'aborto nel Paese: la norma, presentata dal partito di estrema destra Diritto e Giustizia, fu ampiamente contestata con manifestazioni e proteste. Il partito PiS è stato poi sconfitto alla fine del 2023 dalla coalizione guidata dall'attuale primo ministro Donald Tusk.

La legge sull'aborto non è cambiata, ma il motivo per cui dovrà essere rifatto il processo riguarda la giudice che aveva messo la condanna, Agnieszka Brygidyr-Dorosz, nominata dal PiS dopo una serie di riforme del sistema giudiziario.

Il giorno dopo la condanna di Wydrzyńska, Brygidyr-Dorosz aveva anche ricevuto una promozione dall’allora ministro della Giustizia e procuratore generale.

L'attivista ha affermato che per lei il ritorno i tribunale "non è una vittoria", dato che comunque la legge non la considera innocente: un nuovo processo  però potrebbe portare a una revisione della decisione precedente.

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