"Siamo tutti Charlie Hebdo"? Si ma con moderazione. Il Carnevale di Manfredonia, ridente comune in provincia di Foggia, in Puglia, la pensa così. E lo mette nero su bianco, nel regolamento del “Premio Internazionale Carnevale in Satira” tempestivamente intitolato “Je Suis Charlie”. «L’Agenzia del Turismo per la Promozione del Territorio di Manfredonia – si legge – a seguito dei tragici fatti di cronaca internazionale che hanno colpito il cuore della Francia, indice in memoria delle vittime di cotanto atto terroristico, la prima edizione del concorso denominato: “Premio Carnevale in Satira: Je Suis Charlie”». Tutto bello, tutto giusto. L'oggetto del concorso – si legge ancora – è la realizzazione di una “Vignetta Satirica” dal «carattere esclusivamente carnevalesco che esprima il colore e l’allegoria di questa festa».
La partecipazione al concorso è gratuita ed aperta a tutti, senza limiti territoriali e d’età. C'è un solo, vero discrimine. «Non saranno accettate vignette che offendano il decoro pubblico e la religione». Proprio così, l'Agenzia del Turismo di Manfredonia, ubicata, quando si dice il caso, in piazza della Libertà, impone ai disegnatori satirici di non fare satira sulla religione. Sull'argomento alla base di tutta la vicenda del settimanale satirico francese. In Rete già c'è chi ironizza e chi attacca gli autori del bando. Che potrebbe essere rapidamente ritirato e modificato. O – chiedono in molti – lasciato così com'è ma senza nessun riferimento a un giornale che ha pagato un tributo altissimo per la libertà di satira su tutto e tutti. A partire dalla religione.