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Concessione spiagge novantennale: per l’UE così si viola il libero mercato

L’Ue, dopo il varo del decreto legge sullo sviluppo ad opera del Consiglio dei Ministri ,ha chiesto spiegazioni sulla concessione novantennale delle spiagge. Secondo Bruxelles tale decisione contrasta con le regole del libero mercato.
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Un altro smacco per il Governo Berlusconi che continua a legiferare incurante delle disposizioni europee. Dopo il no al reato di clandestinità, l'Unione Europea ha reagito con sorpresa al decreto sviluppo varato ieri dal Consiglio dei Ministri. Lo stupore delle istituzioni europee riguarda in primis la concessione novantennale delle spiagge, decisa dal Governo per "garantire continuità e sicurezza degli investimenti", come avrebbe confermato il Ministro del Turismo, Maria Vittoria Brambilla.

A detta della portavoce della Commissione Europea, la decisione italiana di concedere le spiagge per un così lungo periodo di tempo non sarebbe conforme alle regole del Mercato Unico Europeo. Ad ogni modo all'UE non sarebbe stata notificata ancora nessuna decisione da parte del Governo italiano, ma in seguito ad alcuni articoli apparsi sulla stampa l'UE si è decisa a chiedere chiarimenti sul decreto dello sviluppo presentato ieri dal Ministro Tremonti.

A quanto pare la questione al centro del dibattito Italia- UE è piuttosto datata e secondo quanto fa sapere la portavoce della Commissione Europea, per l'Italia ci sarebbero già due procedure di infrazione. nello specifico l'UE contesta all'Italia il rinnovo automatico delle concessioni delle spiagge ogni sei anni, senza alcun meccanismo d'asta. Tale procedimento, secondo Bruxelles, ostacolerebbe quelle che sono le regole della concorrenza leale e il libero mercato. Ad ogni modo, nonostante la reazione di sorpresa L'Unione non si sbilancia e dice di essere in attesa di chiarimenti.

Insomma la posizione dell'UE pare combaciare con quella palesata ieri da Legambiente, secondo la quale un provvedimento di questo tipo voleva dire, fuor di metafora, svendere il demanio pubblico al miglior offerente, mentre si priva il cittadino comune di poter usufruire di angoli straordinari del paesaggio. Chissà se Tremonti convincerà Bruxelles che "Non c'é nessuna vendita delle spiagge. La spiaggia rimane pubblica".

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