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Covid 19

“Con sottovarianti Omicron possibili 100 milioni di casi Covid in autunno”: il monito dagli Usa

Secondo un funzionario dell’amministrazione Biden solo negli Stati Uniti potranno esserci fino a 100 milioni di casi Covid il prossimo autunno a causa delle sottovarianti di Omicron. Gli esperti: “Numeri ragionevoli”.
A cura di Ida Artiaco
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Fino a 100 milioni di casi Covid il prossimo autunno collegati alle sottovarianti di Omicron solo negli Stati Uniti. Arriva dall'amministrazione Biden il monito sulla possibile evoluzione della pandemia di Coronavirus nei prossimi mesi, che potrebbe portare anche ad un'ondata potenzialmente significativa di decessi entro il prossimo inverno. A preoccupare sono appunto le nuove mutazioni della famiglia Omicron (a cui si sono aggiunte anche BA.4 e BA.5, che hanno alimentato una recente ondata di infezioni in Sudafrica), le quali hanno mostrato una notevole capacità di sfuggire all'immunità.

La proiezione che porta a questi numeri è di un alto funzionario dell'amministrazione statunitense, che ne ha parlato durante un briefing venerdì scorso e che parte dal presupposto che proprio le new entry collegate ad Omicron saranno ancora prevalenti nei mesi a venire, fino a che non ci sarà un ceppo del virus tanto diverso da rimpiazzarle. Ma le variabili in campo sono diverse.

Molti esperti hanno inoltre convenuto che un'ondata importante questo autunno e inverno è possibile data la diminuzione dell'immunità da vaccini e infezioni, l'allentamento delle restrizioni e l'aumento di varianti in grado di sfuggire meglio alle protezioni immunitarie. Molti hanno avvertito che il ritorno a comportamenti più rilassati, dall'abbandono della mascherina alla partecipazione ad eventi con un gran numero di persone al chiuso, potrebbe portare ad un aumento dei contagi. Un'altra grande incognita riguarda la disponibilità di vaccini aggiornati contro le varianti. Ancora non è chiaro se saranno più efficaci dei vaccini esistenti, ma intanto l'America vuole distribuire i nuovi booster in autunno, in particolare agli anziani e alle persone fragili.

"Quello che stanno dicendo sembra ragionevole", ha affermato Justin Lessler, epidemiologo della Gillings School of Global Public Health – University of North Carolina, che ha aggiunto: "È sempre difficile prevedere il futuro quando si tratta di Covid, ma penso che ora siamo a un punto in cui è ancora più difficile del normale". Anche il collega Ali Mokdad dell'Institute for Health Metrics and Evaluation dell'Università di Washington ha confermato al Washington Post che è probabile una nuova impennata invernale. Il suo team, che ha fatto previsioni a lungo termine nonostante le molte incertezze, ha appena prodotto una nuova previsione che mostra un modesto aumento dei casi fino alla fine di maggio e poi un calo fino all'arrivo dell'inverno.

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