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Guerra in Ucraina

“Con la ‘nuova’ dottrina nucleare la Russia vuole alzare il tiro delle minacce”: parla l’esperto ex Nato

L’intervista di Fanpage.it a William Alberque, a lungo capo del centro Nato per il disarmo: “Le regole di ingaggio proclamate da Putin non sono nuove, di fatto. Il Cremlino se ne servirà solo per ampliare il raggio e l’intensità delle minacce. Il rischio nucleare resta lo stesso”. Anche se la presenza del presidente dell’agenzia spaziale russa al Consiglio di sicurezza sulla deterrenza “evoca le guerre stellari”.
A cura di Riccardo Amati
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Vladimir Putin alza il livello e il ventaglio della minacce mentre i droni ucraini di nuova generazione colpiscono duramente i suoi depositi militari, parte della oblast di Kursk resta nelle mani di Kyiv e le perdite della lenta avanzata in Donbass non accennano a diminuire. La reazione è tipica del personaggio quando è in difficoltà. Ma non si deve dar per scontato che le minacce restino solo parole.

L’aggiornamento della dottrina nucleare, di cui Fanpage.it aveva dato notizia un mese fa citando Vasily Kashin, uno degli esperti russi a conoscenza del dossier, è solo “un allineamento della dottrina ufficiale di Mosca a quella già esistente di fatto”, mai resa pubblica e comprendente un ventaglio di ipotesi ancora più ampio. “Si tratta di avere più mezzi per spaventare l’Occidente e piegarlo ad accettare gli obiettivi politici della Russia”, dice al nostro giornale William Alberque.

Non significa che si debba snobbare la narrativa del Cremlino, spiega l’esperto. “Non vedo uno scenario che possa portare al peggio, ma non escludo possa rivelarsi in futuro”. Comunque, “la preparazione di un attacco atomico tattico sarebbe ampiamente visibile”. Ci sarebbe forse il tempo di riportare le cose a livello politico. Forse.

Intanto, Alberque nota che la presenza del capo dell’agenzia spaziale russa alla riunione sulla deterrenza indetta da Putin allarga la minaccia alle “guerre stellari”. Paradossalmente, poco prima un missile balistico presentato da Putin come un’arma invincibile era però esploso al lancio durante un test, secondo le foto satellitari. Nelle forze nucleari russe “la situazione è confusa”.

Oggi al think tank Stimson, William Alberque ha diretto lo Arms Control, Disarmament and WMD Non-Proliferation Centre della Nato. È tra i maggiori esperti delle strategie e delle regole delle superpotenze per l’utilizzo degli armamenti atomici.

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Dottor Alberque, che si fa? Lo prendiamo sul serio Putin stavolta?

Ah, certo sta cercando di metterci in guardia, così come ha detto. Come sempre usa la minaccia nucleare per raggiungere i suoi obiettivi politici e di sicurezza. E in Occidente, soprattutto chi non conosce i meccanismi del potere in Russia, dovrebbe stare più attento a quel che si dice al Cremlino.

È successo spesso negli ultimi due anni e mezzo, ma son rimaste solo parole…

E infatti vuole rendere la minaccia nucleare più acuta e spaventosa.

La nuova dottrina nucleare russa rende la minaccia più credibile?

La Russia aveva già una dottrina nucleare non ufficiale che comprende tutto quello che viene annunciato oggi, e anche di più. Putin sta solo allineando la dottrina ufficiale a quella che già esiste. Cerca di adeguare la realtà a ciò che lui ha detto essere la sua realtà.

Interessante, per uno psicologo. Ma in sostanza, che vantaggi dà la “nuova dottrina” a Putin?

Avrà a disposizione più minacce, da utilizzare in modo più flessibile. E con un più ampio raggio di azione.

Per esempio?

La nuova dottrina ufficiale prevede l'uso di armi nucleari anche per un conflitto locale, oltre che regionale. In pratica, dato che Putin non ha saputo render credibili le sue minacce nucleari nel confitto in Ucraina, ora raddoppia la sua capacità di minaccia stabilendo che anche i conflitti locali possono portare a una guerra nucleare. Inoltre, lo scenario in cui un qualsiasi Paese muova guerra alla Russia nell’ambito di un’alleanza diventa potenzialmente nucleare. E la cosa vale anche per un'aggressione alla Bielorussia.

A proposito della possibilità di minacce multiple: che ci faceva il presidente della Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, alla riunione del Consiglio di sicurezza per la deterrenza? Ci diceva che la sua presenza l’ha stupita…

Beh, si suppone che non ci siano armi nucleari nello spazio, quindi non sono sicuro di cosa stesse facendo in quella stanza. Sarebbe come se il direttore della Nasa partecipasse a una riunione sulla deterrenza nucleare alla Casa Bianca. Non esiste proprio. Quindi, anche questo è un segnale. Putin sa che i titoli dei giornali sulla escalation stanno spaventando la gente, e vuole aumentare l’effetto. Così, agita implicitamente lo spettro delle “guerre stellari”. Il capo della “Nasa russa” era in quella stanza a parlare di deterrenza nucleare. Si vuol far intendere che possa succedere qualcosa di ancora più folle della follia di cui si sta ufficialmente discutendo (nel febbraio 2024 rivelazioni di politici Usa sull’intenzione russa di realizzare una arma nucleare spaziale crearono grande preoccupazione, ndr).

Ma non è che per Putin i costi di questa narrativa prevalgano sui vantaggi? Il piano in sei punti di Brasile e Cina per avviare negoziati di pace per l’Ucraina condanna esplicitamente ogni ipotesi di escalation nucleare. E Mosca vuole essere il faro dei Brics e dei Paesi del Sud globale. Si sta giocando anche gli amici rimasti?

Infatti, non penso che la Russia si sia consultata con la Cina sulla dottrina nucleare. Pechino non solo ha assunto una posizione ben delineata, ma ha anche espresso insoddisfazione. Perché vuole il maggior prestigio diplomatico possibile. Mica può accettare minacce nucleari così in libertà. Vista la vicinanza politica e anche militare con Mosca, tutto questo potrebbe riflettersi negativamente sul modo in cui molti Paesi guardano alla Cina. Xi Jinping vuole essere il grande mediatore che risolve questa crisi. E la Russia, con le sue minacce assurde, rende la cosa meno probabile.

Tutti parlano delle tante linee rosse, vere o presunte, superate senza che Putin mettesse in pratica le sue minacce. Ma c’è un punto di non ritorno? Un evento davanti al quale la Russia scatenerebbe davvero una guerra nucleare?

C’è sempre la possibilità che la fine del conflitto, anche nel caso di una vittoria russa, possa esser sancita dall’utilizzo di un’arma nucleare per preparare il terreno di una futura guerra con l’Occidente.

Addirittura. Cosa glielo fa pensare?

Mi colpì molto un discorso in cui Putin sottolineò che le armi nucleari tattiche della Russia erano molto più potenti delle atomiche su Hiroshima e Nagasaki, che la Russia era pronta a una guerra nucleare e che, nel caso, l’Europa sarebbe rimasta sostanzialmente “indifesa” (il riferimento è al discorso di Putin durante il Forum economico di San Pietroburgo il 5 giugno 2024, ndr).

Cosa la colpì quel discorso, in particolare?

Il contesto, che richiama quello della guerra in Ucraina.

Vede segnali che da quelle parole si possa passare ai fatti?

Non vedo ancora nessuno scenario che renderebbe “pratico” l’uso di armi nucleari da parte del Cremlino se non il completo crollo dell’esercito russo. Ma rimane la possibilità opposta di cui parlavo: un attacco nucleare che — dopo una vittoria in Ucraina  — metta sul tavolo le carte del futuro conflitto totale con l’Occidente.

Nel caso in cui il regime di Putin ordinasse un attacco nucleare, lo verremmo a sapere in tempo? I preparativi sarebbero visibili per satelliti e intelligence occidentali? Oppure l’azione sarebbe a sorpresa?

Anche nel caso dell’uso di una o due sole armi nucleari, la Russia dovrebbe rendere operativo un arsenale molto grande. Proprio per evitare di esser subito scoperta innescando un’azione preventiva da parte di Usa e Nato.

Che potrebbero distruggere buona parte della capacità nucleare russa usando solo armi convenzionali. È così?

Esatto. Quindi i russi dovrebbero assicurarsi che le loro risorse principali siano protette. Mimetizzerebbero i preparativi per l’attacco con una massiccia esercitazione, senz’altro molto visibile. Inoltre Putin sparirebbe dalla circolazione per recarsi in un rifugio anti-atomico, forse quello sui monti Altai. Stessa cosa per il resto della leadership russa. Gli Stati Uniti potrebbero intensificare notevolmente il livello del conflitto, se la Russia usasse armi nucleari. E nel caso in cui il presidente e suoi collaboratori attendessero l’evolversi della situazione prima di rifugiarsi nei bunker, con ogni probabilità sarebbero fatti fuori lungo il tragitto. Putin per primo.

Cos’altro renderebbe visibile la preparazione di un attacco nucleare russo?

Gli osservatori Osint (intelligence fondata su fonti pubbliche, ndr) noterebbero un sacco di aerei non contrassegnati che volano da Mosca verso i siti dei bunker. Inoltre, gli Icbm (missili balistici intercontinentali, ndr) e gli Slbm (missili balistici lanciati da sottomarini, ndr) sarebbero messi in modalità operativa avanzata. In fase di "riscaldamento". Anche se l’attacco prevedesse solo armi tattiche. Per poter colpire l’Occidente a fronte di una reazione.

E poi penso che Putin stesso vorrebbe un crescendo graduale della pressione. Perché, in definitiva un attacco improvviso ha meno valore politico e strategico. Anche per questo l tutto partirebbe con un'esercitazione nucleare su larga scala. Che costituirebbe di per sé un’allerta all’Occidente sul raggiungimento del punto di non ritorno.

Nel frattempo, a Putin è scoppiato in mano uno dei suoi celebrati missili balistici intercontinentali Sarmat. Secondo foto satellitari, osservazioni Osint e rilevazioni di un dipartimento Nasa, il Sarmat è esploso in un silo del cosmodromo di Plesetsk durante un test. Che ne pensa?

Il Sarmat è essenzialmente un vecchio missile sovietico aggiornato con tecnologie moderne, e non capisco perché possa avere gli enormi problemi che abbiamo verificato. Sembra proprio che Putin abbia mentito sul livello di operatività raggiunto. O che abbia spinto talmente per la sua realizzazione da aver aperto la strada a incidenti come quello con ogni probabilità avvenuto pochi giorni fa. Una situazione piuttosto confusa, per le forze nucleari russe.

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