Con il Covid da un anno non riusciva a guarire, morto a 49 anni Jason Kelk: “Ha smesso di curarsi”
È morto a 49 anni Jason Kelk, l'uomo dei record del Covid nel Regno Unito: contagiato a marzo 2020 dal Coronavirus, ha deciso di smettere di curarsi dopo essere stato ricoverato per oltre 12 mesi nel reparto di terapia intensiva del St James' Hospital di Leeds. È quanto ha reso noto la moglie: "È con il cuore molto pesante che devo condividere la triste notizia che Jason è morto pacificamente a St Gemma's alle 12:40", ha scritto Sue Kelk sulla propria pagina Facebook. Ieri mattina è dunque stato trasferito in un hospice ed è deceduto circondato dalla sua famiglia. Raggiunta da Sky News la donna ha definito Jason "coraggioso perché non voleva più vivere così", aggiungendo: "Era la mia anima gemella. Eravamo facce opposte della stessa medaglia, diverse ma unite insieme".
Solo il giorno prima Sue aveva aggiornato i suoi amici sui social circa le condizioni del marito, che stava affrontando "un'altra battuta d'arresto" nella sua lotta contro il Coronavirus più di un anno dopo aver contratto l'infezione. Nelle ultime settimane, aveva detto di essere preoccupata per il fatto che Jason non "credesse più in se stesso" nella lotta per la guarigione. Sebbene avesse trascorso diversi giorni senza un ventilatore a marzo 2021, facendo tornare a sperare i suoi familiari, non poteva farne a meno nella maggior parte del tempo ed aveva ancora bisogno della dialisi dopo che il virus gli aveva compromesso i reni. Purtroppo poi all'inizio di maggio c'è stato un nuovo peggioramento delle sue condizioni.
Jason era stato ricoverato in ospedale il 31 marzo 2020 e secondo la stampa inglese è stato il paziente con la più lunga infezione Covid-19 in assoluto, almeno tra quelli monitorati nel Regno Unito. A causa della malattia, Kelk vomitava ogni giorno. L'uomo, che aveva già il diabete di tipo II e l'asma, era stato trasferito d'urgenza in ospedale per un'infezione al torace, e quella patologia si è rivelata poi essere Covid-19. L'insegnante di informatica della scuola primaria, che da allora non ha mai lasciato l'ospedale, è stato trasferito in terapia intensiva e collegato a un ventilatore già due giorni dopo. Non è più riuscito a camminare da solo. Secondo gli studi finora condotti, "Long Covid", che include dispnea, nebbia cerebrale e dolori muscolari, colpisce circa il dieci per cento delle persone che contraggono il coronavirus. I casi più gravi sono molto più rari, e quello del 49enne inglese era sicuramente uno di questi.