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Opinioni

Con Hollande, per il bene dell’Europa

Il risultato del primo turno delle Presidenziali francesi racconta una storia che già conoscevamo: Sarkozy stenta, Hollande cresce quasi per inerzia e la crisi spinge alla polarizzazione del consenso vero gli “estremisti”.
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Hollande-Presidenziali2012

C'è qualcosa di particolare nell'attesa con la quale l'Europa intera sta vivendo i risultati del ballottaggio delle Presidenziali francesi. E' chiaro a tutti, in effetti, che una eventuale (quanto probabile) sconfitta di Nicholas Sarkozy rappresenterebbe un chiaro segnale di cambiamento per la Francia e più o meno direttamente per "ciò che resta dell'Unione Europea". Del resto, se il socialista Francois Hollande (a cui conservatori ed analisti "interessati" avevano praticamente attribuito la recrudescenza della crisi economica delle ultime settimane) dovesse conquistare l'Eliseo non sarebbero da sottovalutare le conseguenze per il "disegno" europeo dell'asse Merkel – Draghi. Non tanto perché Hollande sia un "pericoloso rivoluzionario", un "antieuropeista" (tutt'altro) o un "populista agitatore di folle incapace di fare i conti con la realtà", tanto per citare un noto analista francese. E neanche per il rapporto, mai realmente alla pari, fra il marito di Carla Bruni e la cancelliera tedesca. Quanto per l'effetto "domino" che potrebbe generare la rivincita socialista nel cuore d'Europa. Soprattutto se passa il messaggio che un altro "sistema" è possibile, che è possibile "vincere" con una comunicazione e nello specifico una piattaforma ideologico – programmatica basata sul ripensamento in chiave "socialista" delle "coordinate dell'azione politica, in particolare per quanto riguarda i suoi rapporti con la sfera economica e le ripercussioni sul livello sociale" (tanto per citare Hollande).

La vittoria di Hollande, uno schiaffo alla Merkel? – Come scriveva sulle nostre pagine Luca Spoldi:

le divergenze in Europa rischiano di aumentare. tra la “virtuosa” Germania (che ha saputo compiere riforme importanti un decennio or sono sotto il governo del cancelliere socialdemocratico Gerhard Schroeder) […] e il resto d’Europa (Francia compresa, visto che chiunque si siederà all’Eliseo dovrà scegliere se varare riforme draconiane per cercare di recuperare il divario di competitività di cui soffre una delle più chiuse economie del vecchio continente, scontrandosi con un paese impreparato a tale scenario, o cercare di prendere tempo anche a costo di incrinare l’asse con Berlino, limitando i danni a breve ma rischiando comunque di restare in mezzo al guado proprio nel bel mezzo di una recessione).

Ed in effetti la sconfitta di Sarkò potrebbe essere solo la precondizione di un cambiamento sostanziale nel cuore dell'Europa, anche considerando le recenti difficoltà della CDU in Germania e la volontà dei socialdemocratici tedeschi di ribaltare alcune scelte controverse della cancelliera di ferro. Insomma, c'è forse un motivo in più per "tifare" Hollande…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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