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Compravendita di bambini marocchini in Spagna: tribunale cerca le madri biologiche

Un tribunale spagnolo sta cercando di ritrovare le mamme biologiche di almeno 28 bambini che tra il 1977 e il 1985 sono stati vittima di tratta. I nascituri venivano comprati dalle madri, nella maggior parte dei casi povere e senza grandi possibilità economiche, per essere poi rivenduti a famiglie spagnole.
A cura di Laura Murino
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Un tribunale spagnolo sta cercando di riportare verità e giustizia tra le culle marocchine rimaste vuote a causa della tratta illegale di bambini in Spagna. Il processo iniziò dopo la denuncia della Asociación Nacional de Afectados por las Adopciones Irregulares (Anadir) al Procuratore Generale dello Stato il 27 gennaio 2011. Il capo del Tribunale di primo grado e Istruzione 2 di Melilla ha chiesto, però,  la collaborazione dei cittadini nelle indagini del caso “Operaciòn Oculta”, che sta investigando appunto sulla compravendita illegale di bambini provenienti dal Marocco. Lo scopo del processo è di ritrovare le madri naturali dei bambini venduti a famiglie spagnole. La Guardia Civil ha dichiarato che sarebbero stati coinvolti almeno 28 bambini marocchini che, portati sul suolo spagnolo in Africa, sarebbero poi stati venduti con documenti falsi in Spagna negli anni ’70 e ’80 .

L’Alta Corte di giustizia dell'Andalusia, Ceuta e Melilla (TSJA) ha dichiarato che "lo scopo di ogni indagine è quello di raggiungere la verità e la giustizia, scoprire e dichiarare il perpetrarsi del reato, con tutte le circostanze che possono averne influenzato la persistenza, e la colpevolezza dei criminali”. La polizia giudiziaria di Melilla ha infatti imputato 31 persone accusate di aver comprato bambini appena nati in Marocco, di averli portati successivamente nella città autonoma di Melilla e, infine, di averli trasportati nella penisola spagnola con attestati di nascita falsi. I bambini portati in Spagna attraverso questo sistema sono 28 e sarebbero stati venduti a famiglie spagnole per un prezzo che variava dai 1.200 ai 6.000 euro, a seconda che fossero maschi o femmine: le bambine erano infatti più richieste e quindi costavano di più, secondo quanto dichiarato dalla Guardia Civil mercoledì scorso.

Tra le 31 persone implicate nella tratta ci sarebbero stati sequestratori, intermediari, venditori, acquirenti e altre figure che si occupavano delle varie fasi del piano criminale, tutti imputati per diversi capi d'accusa come detenzione o falsificazione di documenti pubblici, falsificazione di paternità, presunta nascita. Dodici degli accusati sono già morti, come una delle due religiose implicate nel piano e tre delle figure professionali sanitarie. La macchina criminale si metteva in moto in Spagna, dove alcuni membri si mettevano in contatto con famiglie benestanti che non potevano avere figli. Una volta stabilito il contatto, facevano mandare un'ingente somma di denaro a Melilla dove altri membri della banda avevano già provveduto a trovare bambini appena nati, comprati da madri povere che lasciavano il figlio davanti alla promessa di una vita migliore per il nascituro oppure semplicemente per soldi. I bambini provenivano sia dalla zona di Melilla che dal Marocco grazie all'intermediazione del personale sanitario che lavorava presso gli ospedali.

Il Tribunale e la Guardia Civil, nonostante il duro lavoro svolto in questi anni, non riescono a individuare l’identità delle madri naturali se non attraverso l’aiuto dei cittadini, come già successo finora. Infatti, le indagini fanno riferimento a eventi accaduti molti anni fa e spesso in quegli anni, le madri che vendevano i figli non partorivano in strutture pubbliche bensì in strutture private talvolta senza neanche l'aiuto di medici. Proprio per questo motivo non venivano iscritti all'anagrafe e la prova della nascita scompariva col bambino. A questo punto delle indagini, che rimangono ancora aperte, risulta indispensabile l'aiuto delle persone e dei testimoni che possano aver visto o sentito qualcosa. Tutta questa operazione, hanno sottolineato gli investigatori, non mira a punire ma semplicemente a trovare le madri biologiche e a portare la verità alle vittime di questa compravendita.

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