Commissione Ue: “Creare una guardia di frontiera europea”
Durante la riunone di ieri a Strasburgo, la Commissione europea ha varato un pacchetto legislativo che propone la creazione di una vera e propria guardia di frontiera e costiera europea. Un set di misure, si legge nella sintesi del documento, volte a controllare le frontiere esterne dell'Unione europea e a proteggere la nostra area Schengen senza frontiere interne". Una proposta per "gestire le migrazioni in maniera più efficiente, implementare la sicurezza interna dell'Ue e salvaguardare il principio di libertà di movimento delle persone". Oltre alla guardia di frontiera, la Commissione propone anche di introdurre controlli sistematici per tutti coloro che entrano o escono dall'area Schengen.
Questa guardia di frontiera europea sarà costituita da Frontex e le autorità responsabili negli Stati membri per il controllo delle frontiere. L'Agenzia sarà in grado di mettere insieme circa 1.500 uomini, pronti a essere operativa in tre giorni, per andare a sorvegliare i confini esterni dello spazio Schengen, in caso la crisi dei migranti diventi non più gestibile da parte del paese responsabile. La commissione precisa che "non ci saranno più carenze di personale o di attrezzature per le operazioni alle frontiere europee. Le risorse umane della nuova agenzia saranno più del doppio di quelle di Frontex". Sarà, inoltre, istituito un centro di analisi e di monitoraggio dei rischi per monitorare i flussi migratori verso e all'interno dell'Unione europea, capace di effettuare l'analisi e valutazioni per individuare e affrontare i punti deboli. L'Agenzia sarà in grado di valutare la capacità operativa, le attrezzature tecniche e le risorse degli Stati membri per affrontare i problemi alle frontiere esterne e avrà la possibilità di chiedere agli Stati di adottare misure per affrontare la situazione entro un termine stabilito in caso di vulnerabilità.
Sostanzialmente, in caso di crisi alle frontiere esterne, l'intervento della guardia europea potrebbe avvenire anche contro il volere dello Stato membro interessato, qualora la Commissione europea lo giudicherà necessario con un "atto d'esecuzione" per salvaguardare Schengen. Prima però sarà chiesto a quel paese di risolvere la crisi autonomamente. "Laddove saranno riscontrate mancanze da parte dei singoli Paesi, la Commissione d’accordo con gli altri Stati membri potrà adottare una decisione con la quale pone di fatto sotto il controllo della guardia di frontiera europea un certo territorio", ha chiarito il Commissario Dimitris Avramopoulos. L'agenzia avrà inoltre il mandato per inviare ufficiali e lanciare operazioni comuni con Paesi terzi, comprese operazioni sul loro territorio. All'interno sarà costituito un Ufficio europeo per i rimpatri che potrà inviare squadre europee di intervento composte da specialisti che lavoreranno per rimpatriare i migranti senza diritto di asilo.
La Commissione ha poi proposto modifiche mirate all'accordo Schengen, con l'introduzione di controlli sistematici obbligatori dei cittadini dell'Ue in entrata e uscita alle frontiere esterne. I controlli saranno introdotti tramite database come Schengen Information System, il database dell'Interpol sui documenti rubati o smarriti, e altri sistemi nazionali, in modo da verificare che le persone che arrivano non rappresentino una minaccia all'ordine pubblico o alla sicurezza interna. La proposta, inoltre, rafforza la necessità di verificare gli identificatori biometrici nei passaporti dei cittadini europei, in caso di dubbi sull'autenticità del documento o sul titolo del possessore. I controlli non saranno solo "in entrata", ma previsti anche per chi lascia l'Ue. "La gestione delle frontiere esterne d'Europa diventerà una responsabilità europea nel suo vero significato. L'obiettivo finale della proposta è che azioni preventive più forti possano evitare situazioni di emergenza che necessitano di interventi", ha detto Avramopoulos.