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“Come un cane con un giocattolo”, sconosciuto le morde la faccia sul bus: 19enne costretta a 50 punti di sutura

Ella Dowling, 19 anni, stava tornando a casa a Cheltenham, Regno Unito, lo scorso novembre quando un 53enne ubriaco l’ha aggredita davanti alle sue amiche. Da allora la vita della giovane è cambiata per sempre.
A cura di Biagio Chiariello
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"Il dolore che ho provato quando mi ha affondato i denti nella faccia è qualcosa che mi accompagnerà per sempre. Era come un cane con un giocattolo: muoveva la testa da una parte all'altra". Un'adolescente britannica ha avuto bisogno di 50 punti di sutura dopo che uno sconosciuto le ha "mangiato la faccia" sull'autobus.

Lo scorso 18 novembre, Ella Dowling, 19 anni, stava tornando a casa a Cheltenham, Regno Unito, quando un altro passeggero, Darren Taylor, 53 anni, ha iniziato a fare commenti inappropriati su di lei e le sue amiche. Poi ha afferrato Ella e le ha ripetutamente morso il naso e la bocca, un'aggressione durata circa cinque minuti. L'uomo è stato poi arrestato con l'accusa di gravi lesioni personali intenzionali. Pare che fosse ubriaco.

La 19enne è stata prontamente portata all'ospedale della cittadina inglese. Parte del labbro e la sua narice sinistra erano gravemente ferite e il lato destro del suo labbro era spaccato. I medici hanno deciso di trasferirla al Gloucester Hospital per un intervento chirurgico d'urgenza.

Lo scorso marzo 2023, Taylor ha ammesso le proprie responsabilità presso la Corte di Gloucester ed è stato condannato a sei anni e nove mesi; inoltre, gli è stato imposto un ordine restrittivo a vita. Ha detto alla polizia che "non stava bene" al momento dei fatti, che "deve aver perso il controllo" e ha ammesso che "non può andare in giro a fare del male alla gente".

Ella, studentessa di assistenza sociale presso la Portsmouth University di Cheltenham, nei giorni scorsi ha parlato di quella drammatica esperienza.

"Gli ho messo le mani dietro la testa perché sapevo che se non l'avessi fatto mi avrebbe strappato completamente il labbro e il naso. Quando ho visto il mio viso per la prima volta dopo l'aggressione, non ho riconosciuto il mio riflesso e non sono riuscita a guardarmi allo specchio per mesi" ha ammesso la giovane. "Da allora non ho più preso l'autobus a causa del mio disturbo post-traumatico da stress. Se esco di casa, devo chiamare mia madre o un'amica perché ho paura di essere aggredita di nuovo. Mangiare e bere può ancora essere doloroso se mangio da un certo lato.

"Quando gli abbiamo chiesto di lasciarci in pace, ha iniziato a chiamarci ‘feccia bianca' e a dire che era un ‘gangster'. Ci sono voluti alcuni secondi ai miei amici per realizzare cosa stava facendo e poi hanno iniziato a urlargli di lasciarmi" ricorda ancora. "Il dolore era orribile e sentivo tutto il suo corpo tremare, quando ho guardato i miei vestiti, erano coperti di sangue".

"So che è stato condannato e ne sono contenta, ma per me non esiste una vera condanna per quello che mi ha fatto. Ho dovuto rimandare l'università di un anno. Ho ricominciato quest'anno e spero di poter continuare. Mi rifiuto di essere definita da questo perché non sono una vittima, sono una sopravvissuta. Ancora oggi non capisco perché l'abbia fatto. Voglio tornare a essere la persona frizzante ed estroversa che ero, ma ci vorrà del tempo" ha ammesso Ella.

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