Come sono andati i negoziati di oggi tra Ucraina e Russia
La montagna ha partorito il topolino. Chi si aspettava che dopo il "secondo round" di colloqui tra Russia e Ucraina cessassero definitivamente di "parlare" le armi e cominciassero a farlo politici e diplomatici non può che ritenersi deluso. A Brest, in Bielorussia, sono infatti stati fatti innegabilmente dei passi avanti, ma non ancora in modo definitivo. Il capo della delegazione di Mosca, Vladimir Medinsky, ha infatti detto che è stato concordato un format "per la creazione di corridoi umanitari e forse per il cessate-il-fuoco nell'area dei corridoi umanitari. E questi – ha detto – sono passi in avanti". Molto meno soddisfatto è parso il negoziatore di Kiev Mikhailo Podolyak, secondo cui la delegazione ucraina "non ha ottenuto i risultati che si aspettava". L'"emissario" di Zelensky ha comunque confermato che "c'è solo una soluzione per l'organizzazione di corridoi umanitari…". Poco, forse, ma molto meglio di niente nell'ambito di una guerra che sta causando la morte di numerosi civili e il bombardamento da parte dei russi anche di aree urbane densamente abitate. Le evacuazioni dei non belligeranti attraverso canali sicuri in Ucraina saranno coordinate dai ministeri della Difesa di Mosca e Kiev. Lo ha detto uno dei negoziatori di Mosca, Leonid Slutsky, presidente della commissione Esteri della Duma, citato dalla Tass. Russia e Ucraina hanno concordato dunque di proseguire i negoziati. Il terzo round dovrebbe tenersi nei prossimi giorni, e si spera che verranno compiuti ulteriori passi avanti.
Zelensky chiedeva una No Fly Zone
Nel corso dei colloqui odierni sono quindi state ampiamente disattese le speranze del presidente Volodymyr Zelensky che, in un nuovo videomessaggio dal suo bunker, nel pomeriggio aveva detto. "Per noi è importante introdurre una no-fly zone. Se l'Ucraina cade, la Russia si prenderà i Paesi Baltici e l'Europa orientale". Le sanzioni introdotte contro la Russia, ha precisato, "sono serie" e sono "un buon inizio". "Siamo grati ai Paesi per le forniture di armi – ha aggiunto -, ma forse è troppo tardi, c'è stata una finestra di tempo in cui chiedevamo aiuto ma questa finestra è costata la vita a tanti ucraini". Il leader ucraino ha chiesto di parlare direttamente con Vladimir Putin, giudicando un confronto con il presidente russo come "l'unico modo per fermare la guerra".