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Come si vive a Yakutsk, la città siberiana più fredda della Terra: il racconto di Ruhi Çenet

Il documentarista indipendente Ruhi Çenet alla scoperta della città più fredda del mondo: Yakutsk, in Siberia, dove la temperatura media di gennaio è di -50° e anche guidare o mettere degli occhiali più diventare pericoloso.
A cura di Biagio Chiariello
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Ruhi Çenet nella città più fredda del mondo
Ruhi Çenet nella città più fredda del mondo

Con una temperatura che arriva a scendere anche al di sotto dei 70°, Yakutsk è più che giustamente ritenuta la città più fredda della Terra. Situata nella gelida Siberia, a 5.000 km a est di Mosca sul permafrost dell'Estremo Oriente russo, fa parte della Yakutzia, la repubblica autonoma più grande del mondo. La media di gennaio è di quasi -50°, che è come dire che noi forse ci moriremmo in appena mezz’ora: un normale congelatore fa 20 gradi sotto zero. Eppure, i suoi 300mila abitanti ci vivono; gli adulti vanno a lavoro, i bambini vanno a scuola.

Come si vive nella città più fredda della Terra

Insomma, con i dovuti accorgimenti è possibile vivere una vita normale, come ha dimostrato il documentarista turco Ruhi Çenet in una serie di video pubblicati sul suo canale YouTube. L'importante è rispettare una importante regola: un freddo come quello di Yakutsk non si può combattere. O ci si adatta o si soffre. E, in alcune circostanze, si muore.

Basti pensare che chi possiede un'auto non puoi mai spegnare il motore, per il pericolo che il ghiaccio ricopra completamente la vettura e l'olio si congeli. Un'alternativa è lasciarle parcheggiate all’interno di box riscaldati. Ma se si percorrono zone rurali, fondamentale diventa tenere sempre una cassetta degli attrezzi perché se rimani in panne hai 30 minuti di tempo per non morire di freddo.

Un residente, che vende pesce congelato al mercato locale – chiaramente senza bisogno di frigorifero o congelatore – afferma nel documentario di Çenet che non ci sono segreti particolari per affrontare il freddo. "Basta vestirsi in modo caldo, a strati, come una cipolla". E non a caso, addosso ha varie sciarpe, paia di guanti e più cappelli e cappucci sovrapposti.

Una venditrice di pesce al mercato di Yakutsk Dal documentario di Ruhi Çenet
Una venditrice di pesce al mercato di Yakutsk Dal documentario di Ruhi Çenet

Le temperature record: "Prima dei -40° non è inverno"

Eppure a quelle temperature persino portare gli occhiali diventa difficile: il metallo si appiccica alle guance e tirarlo via significa correre il rischio di tirar via anche pezzetti della pelle. Del resto Yakutsk è considerata estrema anche per gli standard siberiani. Per farsi un’idea, a Mosca il massimo è -30 gradi. Qui, come detto, la media è meno 50. Ma per i residenti "prima dei -40° non è una vera temperatura invernale" racconta Maria, una ragazza del posto intervistata da Ruhi. "A -48° già è freddo, è dai -51° in poi è davvero freddo. Da questo punto ogni grado si fa sentire, è come sperimentare il fuoco addosso" spiega.

Un'auto lasciata (a motore spento) al gelo. Dal documentario di Ruhi Çenet
Un'auto lasciata (a motore spento) al gelo. Dal documentario di Ruhi Çenet

Anche arrivare a Yakutsk non è semplice. C'è una sola strada bianca per arrivarci ed è chiamata la ‘via delle ossa'. Il motivo? Durante la sua realizzazione nell'era di Stalin sarebbero morti oltre un quarto del milione di prigionieri politici reclusi nei Gulag, costretti ai lavori forzati in condizioni a dir poco disperate. I cadaveri dei prigionieri, morti soprattutto di stenti, venivano gettati nelle fosse comuni. I loro corpi, le loro ossa sono sepolte proprio lì dove ora passano i mezzi di trasporto. E non è difficile immaginare che quegli stessi corpi, oggi, si mantengano praticamente intatti considerate le temperature. Come del resto succede anche ai defunti nei cimiteri locali.

Le stesse temperature che hanno dato la possibilità a scienziati e ricercatori di inaugurare un museo dei mammut. Del resto il 75% degli esemplari di questa specie estinta di mammiferi proboscidi della famiglia degli elefanti conosciuti al mondo, e dei tessuti molli conservatisi, sono stati ritrovati in Yakutzia. L'idea è di quella di clonarli.

Le mucche di Maria.  Dal documentario di Ruhi Çenet
Le mucche di Maria.  Dal documentario di Ruhi Çenet

Le parole degli abitanti di Yakutsk

Ghiaccio, neve, gelo e freddo invivibile dunque. Eppure questo ‘inferno bianco' è conosciuto come "tesoro della Russia" perché è una delle regioni più ricche del mondo in termini di risorse naturali. Lo sa bene Maria che è alla domanda sul ‘perché non andate a vivere più a sud?' dà a Ruhi una risposta ben precisa: "Innanzitutto per la mia famiglia, poi perché mi piace vivere a contatto con la natura, è tutto più puro, più ecologico. Per me e i miei figli, respirare aria fresca è molto importante. Terzo: la nostra cultura. Voglio preservare la nostra lingua, le nostre tradizioni e donarli alle generazioni future".

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