Come hanno fatto Taiwan e Corea del Sud a evitare la seconda ondata di Coronavirus
Mentre l’Italia, l’Europa e l’intero Occidente stanno facendo i conti con una seconda ondata della pandemia di Coronavirus, in un’altra parte del pianeta le cose vanno decisamente meglio. Paesi in cui si registrano poche centinaia o solo qualche decina di casi giornalieri di Covid e dove la seconda ondata finora non è arrivata. Due territori risparmiati per ora dal Coronavirus sono sicuramente Taiwan e la Corea del Sud.
Taiwan da 200 giorni consecutivi senza contagi interni
Taiwan ha appena segnato il suo duecentesimo giorno consecutivo senza un caso di malattia a trasmissione locale. La risposta di Taipei alla pandemia – il Paese da 23 milioni di abitanti ha segnalato l'ultima volta un caso di Covid trasmesso localmente il 12 aprile – è stata tra le più efficaci al mondo. La chiusura tempestiva dei confini e la stretta regolamentazione dei viaggi hanno sicuramente contribuito notevolmente al contenimento dei contagi. Taiwan non ha fatto ricorso a drastiche restrizioni alle libertà civili come ad esempio è accaduto nella Cina continentale, ma le autorità taiwanesi hanno iniziato lo screening dei passeggeri sui voli da Wuhan già alla fine dello scorso anno, per poi confermare il suo primo caso segnalato del nuovo coronavirus il 21 gennaio. A marzo, Taiwan – aiutata anche dal fatto di essere un’isola – ha vietato a tutti i cittadini stranieri di entrare, a parte diplomatici, residenti e persone con visti d'ingresso speciali. Il Paese ha anche incrementato la produzione di mascherine (da tempo utilizzate anche durante le precedenti epidemie come Sars e Aviaria) e dispositivi di protezione per assicurarsi una fornitura costante. E soprattutto hanno lavorato sulla ricerca dei contatti: “Tracciamento dei contatti molto accurato e quarantene molto rigorose di contatti stretti sono il modo migliore per contenere Covid-19”, così l’ex vicepresidente ed epidemiologo taiwanese Chen Chien-jen. Il sistema di tracciamento adottato da Taipei risale in media a 20-30 contatti per ciascun caso confermato. In alcune situazioni le autorità hanno rintracciato fino a 150 contatti. Tutte le persone individuate devono restare in quarantena per 14 giorni, anche se risultano negative.
La strategia della Corea del Sud contro la pandemia
Per quanto riguarda la Corea del Sud, Paese che attualmente registra un incremento di poche decine di casi giornalieri, digitalizzazione e uso dei big data sono considerati la chiave del successo nella lotta alla pandemia. Dopo che la curva del contagio inizialmente sembrava sfuggire di mano – coi casi di Coronavirus che si concentravano soprattutto nelle grandi città – si sono adottate politiche di tracciamento massicce della popolazione attraverso app e facendo ricorso anche a raccolte di dati attraverso tracce lasciate da carte di credito o immagini di videocamere pubbliche. Tutto questo associato a misure note anche da noi, come mascherine, distanziamento sociale e chiusure quando necessarie.