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Come ha fatto la sinistra francese a battere il Rassemblement National e a vincere le elezioni

Come ha fatto il Rassemblement National di Marine Le Pen a passare da partito più votato al primo turno, a grande sconfitto dietro la nuova formazione di sinistra e anche dietro il centro di Emmanuel Macron? Come è possibile che in una sola settimana si sia capovolta la situazione?
A cura di Annalisa Girardi
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La mattina dell'8 luglio sui social sono iniziati a circolare diversi video di una piazza piena di persone che fissavano uno schermo, per poi scoppiare in un esultare collettivo. Potrebbe sembrare la reazione di centinaia di tifosi a un goal durante un campionato importante, invece sono gli elettori della sinistra francese che assistono ai primi exit poll.

Ma come ha fatto il Rassemblement National di Marine Le Pen a passare da partito più votato al primo turno, a grande sconfitto dietro la nuova formazione di sinistra e anche dietro il centro di Emmanuel Macron? Come è possibile che in una sola settimana si sia capovolta la situazione?

Facciamo un passo indietro: il 30 giugno, al primo turno delle elezioni anticipate in Francia – che Macron aveva convocato dopo il pessimo risultato della sua maggioranza alle europee – il partito di estrema destra, il Rassemblement National, era risultato il più votato con oltre il 33% delle preferenze, posizionandosi davanti al Nuovo Fronte Popolare – che ha riunito i partiti di sinistra – e alla coalizione centrista di Macron, Ensemble.

Tutti si attendevano quindi una netta vittoria del partito di Le Pen, e l’ipotesi più probabile fino a qualche ora prima del voto era che il leader del partito Jordan Bardella diventasse il nuovo primo ministro. Al secondo turno, però, le cose sono andate in maniera completamente diversa.  Il Nuovo Fronte Popolare è arrivato al primo posto, ottenendo 182 seggi all’Assemblea Nazionale, seguito da Ensemble, con 168 seggi. Il Rassemblement National è finito al terzo posto e avrà “solo” 143 deputati.

I francesi hanno cambiato idea nel giro di una settimana? No, ma si sono mobilitati. O meglio, le forze di centro e di sinistra hanno lanciato un appello a tutto l’elettorato in chiave anti – Rassemblement National, chiedendo di recarsi alle urne per evitare l’ascesa al potere della destra più estrema. E questo appello è stato accolto dai cittadini: l’affluenza ha segnato un nuovo record, che non si vedeva da oltre vent’anni, raggiungendo il 66%.

Quindi, adesso, cosa succede?

Marine Le Pen ha commentato il risultato affermando che la vittoria del suo schieramento è solo rimandata. Il Rassemblement National è uscito sconfitto da questa tornata, ma i numeri parlano chiaro: ha comunque ottenuto il numero più alto di deputati della sua storia, e in generale mai un partito di estrema destra ha avuto così tanti rappresentanti all’Assemblea Nazionale.

Dall’altra parte, le cose non saranno semplici: né il Nuovo Fronte Popolare né Ensemble hanno la maggioranza assoluta (289 dei 577 seggi totali) all’Assemblea Nazionale e dovranno quindi trovare un accordo, che non sarà semplice.

Gabriel Attal, primo ministro uscente e fedelissimo di Macron, all’indomani del voto ha rassegneto le sue dimissioni, che sono state però rifiutate dal presidente, che gli ha chiesto di restare in capo al governo fino a quando la situazione non sarà più chiara.

Ma per  Jean-Luc Mélenchon, il leader di La France Insoumise, la situazione è già chiarissima: i risultati delle elezioni dicono che il Nuovo Fronte Popolare è stato il più votato  e quindi, ha detto, Macron ha il dovere di nominare un primo ministro proveniente dal blocco della sinistra.

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