Come ha fatto il Regno Unito a vaccinare 11 milioni e mezzo di persone in due mesi
Il Regno Unito è riuscito nella storica impresa di vaccinare oltre 11 milioni e mezzo di persone contro il Coronavirus nell'arco di due mesi. Era l'8 dicembre scorso quando Londra ha iniziato la distribuzione delle prime dosi del siero Pfizer a operatori sanitari e ospiti e dipendenti di Rsa, dopo l'approvazione record da parte dell'Mhra, l'ente regolatore nazionale, che ha poi dato anche il via libera a Moderna e AstraZeneca. Numeri impressionanti, che lo stesso primo ministro Boris Johnson ha definito come il risultato di uno "straordinario sforzo nazionale" che potrebbe traghettare il Paese verso il graduale ritorno alla normalità entro la prossima estate. Addirittura, il consulente scientifico del governo inglese, Andrew Hayward, si è spinto a prevedere il ritorno a una qualche forma di normalità già per la fine della primavera, dopo una riapertura graduale, quando il vaccino avrà fatto effetto.
Ma a cosa è dovuto il successo della campagna di vaccinazione inglese, che ha proseguito a ritmi sostenuti negli ultimi due mesi a differenza degli altri Paesi, dell'Ue in primis? A spiegare i motivi dei numeri oltremanica è stata Kate Bingham, ex boss della taskforce britannica sui vaccini, in una intervista rilasciata a Repubblica e al quotidiano tedesco Die Welt. "L'istruzione che mi è stata data dal Primo Ministro era di salvare vite il prima possibile, quindi avevamo un obiettivo molto chiaro – ha detto l'esperta -. Ci siamo concentrati molto sull'essere rapidi e sull'assicurare i vaccini più promettenti per il Regno Unito il prima possibile. Questa era la priorità numero uno ed è quello che abbiamo fatto. Sono un venture capitalist, ho passato tutta la mia vita a costruire aziende, a sviluppare nuovi farmaci. Quindi il mio intero lavoro è sempre stato: guardare la scienza, guardare i dati e poi decidere quali sono i rischi".
Dunque, in altre parole, è bastato avere chiaro sin dal principio l'obiettivo da raggiungere e perseguirlo rapidamente, anche pre-ordinando prima di tutti in estate fino a 400 milioni di dosi di ogni potenziale vaccino. Secondo Bingham, che è stata ribattezzata "la zarina dei vaccini", nell'analisi dei vaccini da preferire "il prezzo era importante, ma non era la forza trainante. Il fattore trainante era ottenere rapidamente le dosi. Come si è scoperto, abbiamo pagato poco più di 10 sterline a dose (media tra tutti i vaccini) ed è più o meno lo stesso che gli Stati Uniti hanno pagato. Quindi non è stato come se avessimo buttato soldi. Il Regno Unito ha avuto un approccio molto strategico con un unico obiettivo ben chiaro: quello di garantire il vaccino".