Come ha fatto Hamas a procurarsi le armi con le quali ha attaccato Israele
L'attacco lanciato da Hamas contro Israele sabato 7 ottobre è avvenuto attraverso l'utilizzo di migliaia di razzi e missili, droni che hanno lanciato esplosivi e un alto numero di armi leggere e munizioni. Il tutto partendo dalla Striscia di Gaza, una zona povera, densamente popolata e con poche risorse stretta da un lato dall'Egitto e dall'altro da Tel Aviv. Per di più, Israele mantiene anche un blocco aereo e navale sull'area.
Come è riuscita allora Hamas a procurarsi le armi con le quali ha attaccato Israele provocando migliaia di morti e innumerevoli feriti? Come riporta la CNN, secondo gli esperti, la risposta arriva da una "combinazione di astuzia, improvvisazione, tenacia e un importante benefattore straniero".
Il ruolo dell'Iran nel sostegno alle armi
Stando a quanto riporta l'emittente a stelle e strisce, secondo il World Factbook della CIA "Hamas acquisisce le sue armi attraverso un certo sostegno militare da parte dell'Iran". Mentre i governi israeliano e statunitense non hanno ancora scoperto prove di alcun ruolo diretto da parte di Teheran nei raid dello scorso fine settimana, gli esperti affermano che la Repubblica islamica è da tempo il principale sostenitore militare di Hamas, attraverso il contrabbando di armi nell'enclave attraverso tunnel clandestini transfrontalieri o imbarcazioni sfuggite al blocco navale.
"Hamas ha ricevuto armi dall’Iran introdotte clandestinamente nella Striscia di Gaza attraverso tunnel, tra cui anche sistemi a lungo raggio", ha affermato Daniel Byman, membro senior del Transnational Threats Project presso il Center for Strategic and International Studies (CSIS). Non solo. Teheran avrebbe aiutato Hamas anche a migliorare la sua produzione interna, "consentendo al gruppo terroristico di creare i propri arsenali", ha aggiunto Byman.
Il segreto del "riciclaggio"
Ma il modo in cui Hamas si procura le materie prime per le armi dimostra anche l’ingegno e l’intraprendenza del gruppo. Gaza non ha alcuna industria pesante che possa sostenere la produzione di armi. Secondo il Factbook della CIA, le sue industrie principali sono il tessile, la lavorazione alimentare e i mobili. Il segreto, dicono gli esperti, è nel "riciclaggio".
"Quando le infrastrutture di Gaza sono state distrutte dagli attacchi aerei israeliani, ciò che è rimasto – lamiere e tubi metallici, armi, cavi elettrici – è finito nei laboratori di armi di Hamas, che li hanno trasformati in razzi o altri ordigni esplosivi", ha scritto l'attivista e blogger americano Ahmed Fouad Alkhatib, che spiegato che "l'operazione dell’IDF ha indirettamente fornito ad Hamas materiali che altrimenti sarebbero strettamente monitorati o del tutto vietati a Gaza". Naturalmente tutto ciò non è avvenuto da un giorno all'altro.
Per sparare così tante munizioni in un periodo così breve, riferendosi all'attacco di sabato scorso, significa che "Hamas deve aver rafforzato il suo arsenale, sia attraverso il contrabbando che la produzione locale, nel lungo periodo", ha detto Aaron Pilkington, un analista dell'aeronautica americana sugli affari del Medio Oriente e Dottorando presso l'Università di Denver.
"È importante ricordare che lanciare anche una grande quantità di razzi in realtà è molto semplice", ha detto Pilkington. "Ciò che sorprende è come si possano accumulare scorte, spostare, piazzare e lanciare migliaia di razzi, il tutto eludendo l’intelligence israeliana, egiziana, saudita. È difficile vedere come i militanti palestinesi avrebbero potuto farlo senza la guida di alleati", ha concluso, riferendosi, ancora una volta all'Iran.