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Come funziona la tassa sui milionari che Lula vuole introdurre in Brasile

Come funziona la nuova tassa proposta dal presidente Lula, che permetterebbe di garantire una tassazione effettiva sui redditi dei milionari del Brasile.
A cura di Enrico Tata
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Secondo il quotidiano Folha de São Paulo, il ministero delle Finanze brasiliano sta studiando una misura che permetterebbe di garantire una tassazione effettiva sui redditi dei milionari di quel Paese. E stando a un calcolo realizzato da Warren Investimentos, la creazione di un'aliquota al 12 per cento permetterebbe di aumentare le entrate del governo di Lula di ben 44,8 miliardi di reais, cioè 7,3 miliardi di euro.

Questa tassazione, stando a un primo studio del team del ministro dell'Economia Fernando Haddad dovrebbe essere applicata a chi possiede redditi superiori al milione di reais all'anno, cioè oltre 162mila euro. La misura, che secondo i calcoli del Governo riguarderebbe 250mila cittadini, servirebbe a bilanciare i mancati introiti dovuti all'introduzione di una fascia di esenzione sull'imposta sul reddito per i brasiliani che guadagnano meno di 5mila reais al mese, cioè meno di 840 euro. Era una delle promesse elettorali del presidente Lula: "Non si può far pagare un'imposta sul reddito a chi guadagna fino a 5.000 reais, mentre chi possiede azioni della Petrobras riceve 45 miliardi di reais di dividendi senza pagarci le tasse".

L'imposta per i "super ricchi" brasiliani sarebbe compresa tra il 12 per cento e il 15 per cento e dovrebbe essere applicata sul reddito annuale del cittadino, calcolato su dividendi, stipendi, profitti, guadagni da investimenti. Se versa già una percentuale di tasse congrua, non dovrà dare allo Stato altro denaro. Se invece versa meno tasse, dovrà integrarle in fase di conguaglio.

Venerdì il presidente Lula ha difeso l'idea di creare una tassazione minima per i milionari brasiliani proprio per finanziare l'espansione dell'esenzione dall'imposta sul reddito individuale per coloro che guadagnano meno di 5mila reais al mese. "Non solo è un impegno elettorale, è un impegno per la giustizia. Non si può obbligare i cittadini che guadagnano fino a 5mila reais un'imposta sul reddito, mentre i brasiliani che hanno azioni in Petrobas (una compagnia petrolifera brasiliana) ricevono 45 miliardi di dividendi senza pagare tasse".

Del resto il presidente Lula aveva già lanciato l'idea di una tassazione minima per i super-ricchi del mondo anche al G20 della scorsa estate. Tassare i milionari per trovare risorse per arrestare il cambiamento climatico e, in più, per far fronte alle diseguaglianze globali, era stata la proposta del numero uno brasiliano. L'economista francese Gabriel Zucman, a cui il Brasile aveva commissionato lo studio di una proposta in merito, ha ideato una tassa del 2 per cento, che colpirebbe 3mila milionari in tutto il mondo e che porterebbe incassi per circa 250 miliardi di dollari all'anno.

In merito alla proposta brasiliana, il nostro ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva commentato così prima di partire per il G20: "Il super ricco che non vuole essere tassato in Italia va nel principato di Monaco, e magari non paga le tasse lì: dobbiamo metterci d'accordo in tutto il mondo affinché questo non possa avvenire".

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