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Guerra in Ucraina

Come finirà la rivolta di Prigozhin contro Putin: l’analisi della politologa russa

“Il destino del capo della Wagner é segnato, non ha sostegno al vertice”. Lo dice a Fanpage.it la politologa Tatiana Stanovaya, secondo cui la situazione avrà comunque “ripercussioni politiche pesanti per il regime”.
Intervista a Tatiana Stanovaya
Politologa
A cura di Riccardo Amati
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Il successo di Bakhmut “gli ha dato alla testa” e ha “creduto di poter agire avendo Putin ancora dalla sua parte”: si è sbagliato di brutto e “verrà schiacciato”. La politologa Tatiana Stanovaya pensa che il destino di Yevgeny Prigozhin sia segnato. Stanovaya ha fonti dirette all’interno del sistema di potere russo ed è reputata tra i migliori analisti della politica di Vladimir Putin. Fanpage.it l’ha raggiunta in audio-conferenza su Telegram.

Non ha nessuno con sé, nelle élite che circondano il presidente”, dice parlando di Prigozhin e precisando che i comandi militari resteranno “fedeli al Cremlino”. Più difficile capire “chi davvero obbedirà ai loro ordini”, se si tratterrà di sparare sui “wagneriti”. E difficile è anche capire “come veda tutto questo la popolazione”. Fatto sta che la Wagner ha occupato Rostov, una città di oltre un milione e centomila abitanti, senza aver incontrato alcuna resistenza. Per questi motivi “si cercherà di ottenere la resa delle forze ribelli” evitando l’uso diretto della forza. Si potrebbe così creare “una situazione di stallo” con un prolungamento dei tempi per una soluzione. Cosa che, come tutta questa vicenda, “non giova certo alla stabilità del potere dello zar”.

Quattro mesi fa ci disse che un colpo di stato da parte di Prigozhin era, in quel momento, impossibile. Cosa è cambiato da allora?

Nessuno poteva aspettarsi che arrivasse a questo. Forse si pensava che potesse puntare a formare un suo partito, a una carriera politica. Non che prendesse le armi contro il governo. L’unica spiegazione è che abbia perso la testa. La guerra ha un grosso peso sulla psicologia delle persone. Ha sovrastimato il sostegno di Putin, e quello tra le autorità russe.

Secondo lei ha fatto un grosso sbaglio? 

Ha creduto di agire sempre per gli interessi di Putin “per definizione”, esaltato dal senso di esclusività e di privilegio ottenuto con il contributo della Wagner alla guerra. E in effetti anche all’interno dell’amministrazione presidenziale qualcuno si era convinto dell’utilità intrinseca di Prigozhin e delle sue filippiche contro alcuni generali e contro il ministro della Difesa Shoigu.

Forse è per questo che ha “passato il Rubicone” come un Giulio Cesare in sedicesimo, dirigendosi verso Mosca…

Al contrario di Cesare, ha sbagliato i conti. Ora non può tornare indietro, e il suo destino è segnato. Nel suo discorso alla nazione, Putin ha condannato senza mezzi termini l’azione militare. Anche se Prigozhin non l’aveva mai nominato nei suoi attacchi verbali contro il governo.

Neanche Putin ha nominato direttamente Prigozhin, nella dichiarazione in tivù.

Stesso trattamento di quello visto per Navalny: non nominare mai i nemici, per non dar loro importanza. Adesso Putin e Prigozhin sono nemici.

Ma davvero il capo della Wagner non ha alcun sostegno al vertice? Come può muoversi in questo modo senza avere qualcuno con lui?

Assolutamente no, non c’è alcun accordo per prendere il potere. Ci sono persone che magari la pensano nello stesso modo, ma ritengono che sia un tipo troppo pericoloso. E anche persone che sono state in contatto con lui e con lui hanno in qualche modo collaborato ora stanno pendendo le distanze, per dimostrare Putin che sono fedeli.  

E quindi secondo lei quanto sta avvenendo potrebbe non avere impatti politici sul regime?

Ne avrà eccome. Molti all’interno delle élite ritengono Putin personalmente colpevole del fatto che si sia arrivati a una situazione come questa, quando si sarebbe potuto rispondere prima e con fermezza agli attacchi che da tempo Prigozhin porta contro il governo. il capo della Wagner ha testato costantemente i limiti della tolleranza da parte del presidente. Che sembra proprio non aver previsto le conseguenze di questa tolleranza.

Come andrà a finire? 

Prigozhin e i suoi verranno distrutti. Obliterati. Bisogno solo vedere in che modo e in quanto tempo. Perché se non ho dubbi sulla fedeltà dei vertici militari al Cremlino, bisogna vedere come reagiranno i sottoposti di fronte all’ordine di sparare sui “wagneriti”. E resta aperta anche la questione di quanto possa piacere Prigozhin tra la popolazione: le sue visioni “populiste” e anti-sistema possono avere presa, in questo momento, nella società russa. Per questi due ultimi motivi, Putin cercherà di evitare lo scontro militare diretto. Potrebbe voler isolare la Wagner e il suo capo, circondarli e attendere che vengano a più miti consigli. Una situazione di stallo mi pare probabile, con tempi relativamente lunghi. E anche in questo caso non si tratterebbe davvero di un toccasana per il regime.

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