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Guerra in Ucraina

Come è cambiata la strategia russa in Ucraina e perché la battaglia finale sarà in Donbass

L’addetto stampa del Pentagono, John Kirby, ha spiegato in un briefing con la stampa internazionale, perché è cambiata la strategia dei russi in Ucraina e perché l’offensiva finale sarà in Donbass: “Prima le truppe di Putin dividevano le loro forze su tre assi principali: il Nord, l’Est e il Sud. Ora stanno concentrando quasi tutto a Est”.
A cura di Ida Artiaco
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"Crediamo che i russi abbiano deciso di concentrare i loro sforzi sul Donbass e nel Sud-Est dell'Ucraina, e abbiamo visto cominciare a muovere le unità che avevano a Kiev e a Chernihiv verso Nord, trasferendole in Bielorussia o spostandole in Russia. Adesso stanno cominciando a riformare queste stesse unità per operazioni aggiuntive verso il nuovo obiettivo della loro offensiva". Così John Kirby, l'addetto stampa del Pentagono, ha spiegato ieri in un briefing con la stampa internazionale, a cui ha partecipato anche Fanpage.it, come è cambiata la strategia di Mosca per quanto riguarda la guerra in Ucraina, illustrando le prove che l'amministrazione Usa ha a disposizione circa l'assalto finale in Donbass.

In particolare, Kirby ha parlato di "un convoglio di veicoli che scende dalla Russia a Nord di Izyum. Riteniamo che questo sia uno sforzo per, ancora una volta, rafforzare la loro potenza, ma anche per cercare di rimediare ad alcuni dei problemi logistici e di supporto che i russi stessi hanno avuto nei loro precedenti tentativi di attacco nel Nord dell'Ucraina. Quindi stiamo iniziando a vedere rappresentazioni tangibili della loro ridefinizione delle priorità della lotta a Est e a Sud. Naturalmente, gli ucraini continuano a difendersi coraggiosamente. Ricordiamo che gli ucraini combattono da 8 anni in questo territorio. Ma visto che ora i russi concentreranno tutte le loro forze qui, c'è la possibilità che i combattimenti diventino molto più intensi e forse anche prolungati. In passato, dividevano le loro forze su tre assi principali: il Nord, l'Est e il Sud. Ora stanno concentrando quasi tutto a Est".

John Kirby (Getty).
John Kirby (Getty).

"Noi, da parte nostra – ha continuato l'addetto stampa del Pentagono -, continueremo a fare il possibile per dare loro la possibilità di continuare a farlo, con sistemi e armi, ma anche munizioni per armi leggere, giubbotti antiproiettile, kit di pronto soccorso, cibo e carburante: entro la metà del mese arriverà loro la parte finale del pacchetto da 1 miliardo di dollari che gli Stati Uniti hanno destinato a Kiev". Kirby ha anche sottolineato che gli USA non solo i soli ad essersi impegnati nel supporto agli ucraini: "Ci sono più di 30 altre nazioni che stanno contribuendo con varie quantità di materiale. Inoltre, stiamo facendo tutto il possibile per aiutare a rafforzare le difese sul fianco orientale della NATO. Prima dell'invasione avevamo all'incirca 80.000 soldati americani in Europa, stanziati temporaneamente, sia a base permanente che a rotazione. Ora abbiamo più di 100.000 truppe americane nel continente, ancora una volta, un mix di base permanente e alcune su ordini temporanei. Sappiamo che indipendentemente da quando e come finirà questa guerra, la sicurezza a in Europa è cambiata. E quindi daremo seguito a discussioni con i nostri alleati e partner su come dovrà essere la posizione americana nel Vecchio Continente a lungo termine".

Proprio sulla fine del conflitto, l'esperto del Pentagono non ha voluto sbilanciarsi: "Noi vogliamo che l'Ucraina vinca. Vogliamo dare all'Ucraina ogni possibilità per difendersi da questa invasione non provocata dalla Russia. Ma non posso dire al momento come o quando finirà la guerra. Quello che posso fare è dire come gli Stati Uniti vorrebbero che si concludesse, e cioè con una Ucraina sovrana e pienamente rispettata e ricostruita, ovviamente, con l'aiuto della comunità internazionale. Ma si arriverà a ciò, lo possono determinare soltanto il presidente Zelensky e il suo governo".

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