Comandante Camila, la studentessa che può fermare il Cile
Dopo il volto ignoto di The Protester scelto dal Time come simbolo dell'anno che si accinge a concludersi, i lettori di The Guardian confermano, attraverso un sondaggio, il 2011 come anno delle rivolte, delle lotte per i diritti e dei popoli che si sollevano; ed incoronano la giovane e bella Camila Vallejo, la ragazza «che può fermare una città» alla guida delle proteste studentesche che hanno reso l'estate e l'autunno cileni roventi.
Eletta Presidente della federazione degli studenti universitari cileni nel novembre del 2010, nel giro di pochi mesi è diventata uno dei volti più noti del suo paese, anche al di là dei confini nazionali; a partire da giugno in testa, assieme ad altri giovani leader politici, ai movimenti di massa che hanno scosso il paese e la sua democrazia, riservata a pochi eletti in verità, mettendo in luce le disparità e le disuguaglianze che quella striscia di terra, stretta tra le Ande e l'Oceano, conosce ormai da troppi decenni.
Carismatica ed affascinante, ha attirato l'attenzione dei lettori di tutto il mondo che hanno avuto modo, così, di conoscere la situazione in cui versa attualmente il Cile: secondo The Guardian caratterizzata da un sistema educativo e scolastico tra i più elitari che esistano, che riflette perfettamente la struttura iniqua di una società in cui la mobilità tra classi è praticamente ridotta allo zero; e in cui le promesse di rivoluzione del Governo annunciate negli ultimi mesi si sono infrante contro la realtà delle proteste nelle strade che, lontano dalle stanze del potere, reclamano a gran voce i propri diritti.
Capace di dialogare con il Governo così come con la piazza, la Comandante Camila, insignita dal titolo di Person of the Year dal 70% dei lettori della testata britannica, ha iniziato la propria militanza politica durante gli anni dell'università, degna erede dei suoi genitori, due piccoli imprenditori entrambi membri storici del Partito Comunista Cileno ed attivisti nella resistenza cilena durante i drammatici anni della dittatura del generale Augusto Pinochet. Proprio quest'ultimo, che «preferiva la libertà dell'educazione al diritto all'educazione», aveva aperto la scuola al mercato, ponendola sul medesimo piano di qualunque altro prodotto che possa essere venduto ed acquistato.
Le proteste del 2011 del Cile sono nate proprio dall'ulteriore campagna di privatizzazione che il Presidente Sebastiàn Piñera aveva iniziato a promuovere; in un paese in cui solo il 10% dei giovani ha la possibilità di proseguire i propri studi dopo le scuole superiori, una decisione come quella di Piñera, che aumenterebbe ancora una volta le disparità, ha reso la popolarità del Presidente in assoluto la più bassa della storia della democrazia cilena, portando la grande maggioranza della popolazione ad appoggiare i movimenti di piazza degli studenti.
Tra tutti i capi di questa piccola «rivoluzione» Camila Vallejo ha meritato più degli altri gli scatti, gli articoli, l'ammirazione generale: la sua passionalità e i suoi occhi profondi hanno attraversato e l'Oceano ed emozionato anche nell'altro emisfero. È lei uno dei tanti Protester del 2011 che hanno lottato contro l'ingiustizia che governa le realtà in cui vivono e che, auguriamoci, continueranno a farlo.