Colombia: la “crociata” della Chiesa contro le unioni gay
La chiesa cattolica colombiana continua la sua battaglia contro le unioni tra persone dello stesso sesso, che a partire da domani potranno formalizzare la loro relazione attraverso contratti sottoscritti prima davanti a dei notai, poi validati da giudici. Ciò – per la legge colombiana – non è sufficiente a costituire un matrimonio, tuttavia concede dei diritti agli omosessuali che prima erano solo una speranza. La Conferenza Episcopale Colombiana – l'equivalente dell'italiana Cei – tuttavia non ci sta ed ha deciso di impugnare una sentenza della Corte Costituzionale, che affermava che di fatto la realizzazione di un "contratto" e di un matrimonio di fatto concede diritti identici alle persone. Troppo, per il clero colombiano, che ha ricordato la bocciatura recente della legge sui matrimoni gay.
"Non c'è nessuna famiglia a parte quella formata da un uomo e da una donna", hanno dichiarato i vescovi prima di comunicare che notai e giudici che valideranno "contratti" tra persone dello stesso sesso verranno citati in giudizio. "Le unioni omosessuali non solo contraddicono la volontà del creatore, ma anche della Corte Costituzionale, che equipara matrimoni e contratti. Se sono illegali i primi, dunque, lo devono essere di conseguenza anche i secondi".