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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Cisgiordania, fermati e rilasciati dall’esercito israeliano Luisa Morgantini e il giornalista Roberto Bongiorni

La ex parlamentare europea e il giornalista Roberto Bongiorni fermati in una zona militare nel sud della Cisgiordania. I fatti avvenuti vicino al villaggio di Tuba nel Sud della Cisgiordania.
A cura di Antonio Musella
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L'ex parlamentare europea Luisa Morgantini è stata fermata dall'esercito israeliano nella località di Tuba, nella regione della Masafer Yatta nel sud della Cisgiordania. La Morgantini è stata bloccata insieme al giornalista del Sole 24 Ore Roberto Bongiorni, insieme a loro anche un attivista palestinese del movimento Youth of Sumud e il loro autista. L'accusa, a quanto apprende Fanpage.it, è di essere entrati in una zona militare israeliana. Gli italiani sono stati fermati nel villaggio di Tuba, attorno al quale è sorta negli ultimi anni una zona militare dell'Idf, le forze armate israeliane. La delegazione si trovava in visita alla popolazione civile palestinese che si trova a Tuba e nei dintorni. L'esercito avrebbe contestato alla Morgantini ed al collega Bongiorni la presenza in una zona militare, per questo sono stati fermati e condotti nell'insediamento dei coloni di Kiryat Arba dove si trovano tutt'ora.

Il fermo nei pressi del villaggio di Tuba

Luisa Morgantini è tra le esponenti della società civile più conosciute ed apprezzate dalla popolazione palestinese, di cui si occupa da diversi decenni, sia attraverso la sua attività istituzionale, sia attraverso l'associazione Assopace Palestina. A quanto apprende Fanpage.it alla Morgantini ed a Bongiorni sono stati tolti i telefoni e non possono più comunicare con l'Italia. Intanto la rappresentanza diplomatica italiana a Gerusalemme è stata attivata immediatamente e si sta occupando del caso con le autorità israeliane. Il fermo è stato confermato anche dall'associazione italiana Mediterranea Saving Humans che è operativa proprio nella regione del Masafer Yatta come osservatori internazionali a protezione della popolazione civile palestinese. Proprio nei dintorni di Tuba pochi giorni fa si era consumato un violento attacco dei coloni israeliani al villaggio, durante il quale era stata data alle fiamme un'auto ed hanno aggredito alcuni giovani del villaggio. Proprio per questo motivo la ex parlamentare europea si era recata nella zona di Tuba insieme al giornalista del Sole 24 ore.

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Attivata la diplomazia italiana

L'accusa per gli italiani e i palestinesi fermati è quella di essere entrati in zona militare. Intanto sul caso è intervenuto immediatamente il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che si è immediatamente attivato con l'unità di crisi della Farnesina e con la diplomazia italiana in Israele. A quanto apprende Fanpage.it, gli italiani sono assistiti da un legale israeliano che sta seguendo il caso. Insieme a Morgantini, Bongiorni e i due palestinesi, sarebbero stati fermati anche alcuni attivisti internazionali, un olandese, un israeliano e un palestinese. Sul fermo della Morgantini e del giornalista italiano è intervenuta anche Francesca Albanese, la relatrice delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi, che con un post sui social ha chiesto il rilascio immediato dei fermati, definendo la Morgantini "una icona della giustizia". Nella zona della Masafer Yatta si consumano da tempo aggressioni sempre più violente da parte dei coloni israeliani a danno della popolazione civile palestinese. L'episodio dell'assalto al villaggio di Tuba è solo uno degli ultimi avvenuti. Proprio questa zona risulta essere tra le più calde in Cisgiordania per la violenza costante dei coloni, come documentato da Fanpage.it. In particolar modo l'area intorno al villaggio di Tuba vive la contraddizione di essere considerata una zona militare per Israele, ma che vede al suo interno la presenza di villaggi palestinesi che sorgono lì da centinaia di anni.

In serata la liberazione: "Fatto grave e inaccettabile"

Intorno alle 18:00 ora italiana la Morgantini e Bongiorni sono stati rilasciati dall'esercito presso la caserma di Kiryat Arba dove erano stati portati al momento del fermo. Gli sono stati riconsegnati gli effetti personali. Alcune ore dopo sono stati rilasciati anche gli attivisti internazionali e l'attivista palestinese di Youth of Sumud che era con loro. In serata è arrivata anche la nota di Assopace Palestina, che definisce grave e inaccettabile il fermo della Morgantini, di Bongiorni e degli attivisti. "L’arbitrario fermo della Presidente Luisa Morgantini, e delle tre persone con lei, esprime l’arroganza dell’esercito di occupazione nella feroce repressione del dissenso e nelle pratiche intimidatorie, in un contesto di continua repressione e violazione dei diritti fondamentali dei palestinesi nei Territori
Occupati e nell’intimidazione verso chi si oppone alle ingiustizie subite dal popolo palestinese – osservatori per i diritti umani e attivisti pacifisti – e verso chi tenta di documentarle come i rappresentanti della stampa più volte colpiti" scrive l'associazione in una nota.

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