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Covid 19

Cina travolta dal Covid: saccheggi per mancanza di cibo a Shanghai, scuole chiuse a Guangzhou

La Cina alle prese con una nuova ondata di Covid-19. Non solo a Shanghai, ancora in lockdown mentre cresce la rabbia della popolazione per la carenza di cibo, ma anche a Guangzhou: nella Capitale del Guangdong da oggi scuole chiuse per fermare la diffusione del virus.
A cura di Ida Artiaco
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La Cina è ufficialmente alle prese con una nuova ondata della pandemia di Covid-19. Dopo Shanghai, in lockdown dal 28 marzo scorso dopo l'aumento dei casi collegato alla variante Omicron, un nuovo boom di contagi è stato registrato anche nella metropoli meridionale di Guangzhou, capitale della provincia del Guangdong, che ha annunciato la sospensione delle lezioni in presenza nelle scuole elementari e medie locali a partire da oggi 11 aprile e per almeno una settimana. Unica eccezione sarà costituita dagli studenti delle scuole superiori i cui istituti hanno condizioni di alloggio e di gestione a circuito chiuso, come ha spiegato Chen Xueming, vice direttore dell'ufficio di istruzione della città, durante una conferenza tenutasi ieri. Attualmente, Guangzhou sta costruendo un ospedale temporaneo nel centro espositivo di Pazhou, ha aggiunto Wu Linbo, vice segretario generale del governo comunale. Inoltre, i residenti non possono lasciare la città se non necessario e per farlo hanno bisogno di un test del virus negativo nelle 48 ore precedenti.

A Guangzhou ieri sono stati registrati 27 nuovi casi di Covid, di cui 9 senza sintomi, 11 il giorno prima, secondo la Commissione sanitaria nazionale. Numeri, dunque, molto bassi rispetto a quelli che continuano a essere segnalati nel mondo occidentale, Italia inclusa, ma che bastano a far scattare l'allarme nell'ambito della strategia "Zero Covid" portata avanti dal governo di Pechino. Anche a Shanghai sempre ieri sono stati registrati 914 casi con sintomi e 25.173 senza sintomi, mentre la città resta in lockdown, cominciato il 28 marzo. Il confinamento sarebbe dovuto durare solo una settimana ma al momento le autorità non hanno intenzione di eliminare il blocco.

Intanto, cresce la rabbia della popolazione. Le restrizioni in atto hanno provocato gravi disagi ai circa 26 milioni di residenti, con forti problemi nell'approvvigionamento di generi alimentari e di prima necessità tramite i gruppi di delivery, ingolfati dalle richieste. In molti casi, i residenti effettuano le ordinazioni già all'alba, nella speranza di ricevere cibo ma le consegne arrivano con ritardi di molte ore, come si vede nel video di un residente straniero diffuso su Twitter, che mostra centinaia di lunch bag nei corridoi di un condominio in piena notte. I problemi con le consegne hanno generato tensioni anche più aspre tra i residenti e il personale sanitario e di sicurezza, con scene di tensione diffuse sui social. In base alle regole in vigore, infatti, solo il personale sanitario, i volontari, il personale delle consegne o coloro che sono muniti di un permesso speciale possono uscire di casa. Chiunque risulti positivo al tampone, inoltre, non può isolarsi nella propria abitazione, ma deve recarsi in strutture designate. Persino i bambini infetti vengono sperati dai genitori, se quest'ultimi restano negativi.

Anche altre città del Paese del Dragone stanno registrando un aumento dei casi, con 21 delle 31 province cinesi che hanno segnalato casi domenica. Come a Wuhan, sede del primo focolaio mondiale più di due anni fa, dove sono stati rilevati 12 casi asintomatici domenica e questa mattina il governo ha annunciato che le persone devono mostrare un test Covid negativo per prendere la metropolitana ed altri mezzi di trasporto pubblico, come riferisce Bloomberg.

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