Cina contro Usa: “Strangolano gli altri Paesi come poliziotti con George Floyd”
"Non possiamo permettere che gli Stati Uniti facciano la parte del "poliziotto del mondo" e trattino gli altri paesi come George Floyd, che possono intimidire e strangolare a proprio piacimento".
È quanto si legge in un tweet appena pubblicato da Hua Chunying, assistente del ministro degli affari esteri della Cina, dando vita ad una vera e propria bufera che non fa altro che aumentare la tensione tra Pechino e Washington, già alle stelle dopo la visita della rappresentante della Camera, Nancy Pelosi, a Taiwan.
Sempre Hua Chunying su Twitter ha anche aggiunto: "Gli Stati Uniti dovrebbero smettere immediatamente di interferire negli affari interni della Cina per qualsiasi motivo o con qualsiasi pretesto, smettere immediatamente di usare tattiche per svuotare il principio di un'unica Cina. Devono smetterla immediatamente di potenziare gli scambi sostanziali con Taiwan e interrompere immediatamente la vendita di armi a Taiwan".
Poi è passata a criticare direttamente la visita di Pelosi a Taipei. "Se gli Stati Uniti fossero davvero un paese responsabile, avrebbero dovuto prevenire presto l'aggressione di Pelosi e avrebbero dovuto rimuovere le molte navi e aerei militari che ha schierato proprio alle porte della Cina". L'essenza della vicenda di Taiwan, ha sottolineato, "non è una questione democratica, ma una questione di principio importante sulla sovranità e l'integrità territoriale della Cina".
Insomma, la situazione tra i due Paesi diventa sempre più incandescente. Sempre oggi Pechino ha annunciato che interromperà la cooperazione con gli Stati Uniti in una serie di dossier, compresi i colloqui di lavoro sul cambiamento climatico e la difesa. Sospesi anche vari meccanismi di comunicazione e di cooperazione, inclusi il dialogo sui meccanismi di sicurezza marittima, la cooperazione antidroga, i reati transnazionali e l'immigrazione illegale. Intanto, come riporta il Washington Post, la Casa Bianca ha convocato l'ambasciatore cinese per condannare l'escalation delle azioni di Pechino contro Taiwan e ribadire che gli Stati Uniti non vogliono una crisi nella regione.