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Cina, a Jingxi gogna pubblica per chi viola il lockdown dovuto al Covid-19

Gogna pubblica per 4 persone costrette a sfilare per le strade di Jingxi, in Cina, davanti ai cittadini. Secondo il governo locale, avrebbero aiutato alcuni immigrati vietnamiti ad entrare in città durante il lockdown imposto nella strategia “zero-Covid”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Una vera e propria messa alla gogna per 4 persone accusate di aver violato le norme anti-Covid in Cina. I 4 sono stati accusati aver aiutato alcuni cittadini ad attraversare i confini del Paese, chiusi per evitare ingressi ed entrate. L'evento ha scatenato grandi polemiche sui social cinesi. I quattro sono stati costretti a sfilare con indosso tute, maschere per il viso e occhiali anti-Covid. Il tutto è avvenuto a Jingxi, in provincia di Guangxi. Ognuno di loro aveva un cartello con il nome e la propria foto a volto scoperto sul tetto e sulla schiena. A testimonianza dell'accaduto, i video condivisi sui social e ripubblicati anche dai media statali. I quattro accusati erano trattenuti da due agenti provvisti di tute protettive e occhiali anti-Covid. La parata della vergogna era circondata da un cerchio di polizia armata. La folla, radunata in strada, è stata costretta a guardare. La chiusura dei confini fa parte della politica "zero Covid" adottata dalla Cina per eliminare l'infezione in occasione dell'inizio dei giochi invernali di Pechino. Scopo della punizione era scoraggiare crimini legati alla violazione della quarantena e il superamento delle frontiere.

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Due dei quattro sono stati accusati di aver aiutato due immigrati vietnamiti ad entrare in Cina ad ottobre. Uno dei due è risultato positivo al Covid, causando quindi la chiusura totale di Jingxi. Non è ancora chiaro invece cosa abbiano fatto gli altri due fermati. Le città cinesi stanno vivendo momenti di enorme pressione dovuti alla politica "zero Covid" applicata dal governo cinese. Funzionari locali vengono periodicamente licenziati o puniti per non aver contenuto riacutizzazioni che eludono già i duri lockdown. Le sfilate per la pubblica vergogna rimandano alle punizioni operate dalle Guardie Rosse di Mao Zedong. Nel 1988 questo tipo di parate sono state vietate, ma nel corso degli anni si sono verificate ripetutamente, suscitando critiche online e dei media internazionali. Una pratica, quella di Jingxi, che è stata respinta anche dai media locali: quanto accaduto nella provincia di Guangxi è stato infatti definito "un atto in opposizione alla legge cinese". La testata statale Beijing News ha affermato che la misura viola gravemente lo spirito dello stato. Il governo locale e polizia della città hanno invece difeso l'operazione.

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