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Cile, terrore a Santiago: bomba davanti ad un fast food: 8 feriti

Attentato esplosivo a Santiago: otto feriti, due dei quali gravi. Si segue la pista dei movimenti anarchici ma non si escludono collegamenti con l’imminente anniversario del golpe di Pinochet, iniziato l’11 settembre 1973.
A cura di Redazione
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Terrore in Cile: nella capitale Santiago oggi alle ore 13 locali (le 18 in Italia) attentato esplosivo in un fast food vicino ad una stazione della metro ha causato 8 feriti, 2 dei quali in gravi condizioni e numerosidanni materiali. Il premier, la socialista Michelle Bachelet ha riferito che sarà adottato "il pugno di ferro" coi responsabili dell'attacco, che secondo prime indagini dovrebbero essere gruppi anarchici. Il fatto cadea pochi giorni dall'11 settembre che in Cile è ricordato non per le Torri Gemelle ma per il sanguinoso anniversario del golpe di Pinochet nel 1973. Testimoni dell'attentato hanno riferito di aver visto due uomini giovani depositare una borsa in un'area del fast food prima scappare a bordo di un'auto. A farne le spese 4 donne – una delle quali era addetta alle pulizie del centro commerciale ed avrebbe perso alcune dita delle mani – e altrettanti uomini, fra i quali un cittadino venezuelano, ora in gravi condizioni, con lesioni nella zona addominale.

Attentato a Santiago del Cile: le ipotesi al vaglio

Bachelet ha riunito il governo per analizzare la situazione, i mezzi di informazione locali hanno però già fatto una serie di ipotesi, tutte plausibili. Tutte piste vagliate in queste ore dalla polizia cilena. Si ipotizza fra i possibili nessi dell'attentato di oggi ovviamente l'anniversario del golpe. Ma al vaglio degli inquirenti anche collegamenti possibili con la serie di attacchi esplosivi registrati alcune settimane fa in vari punti della capitale, messi a segno da gruppi anarchici locali che esigono la liberazione di due dei loro leader, Francisco Solar e Monica Caballero, detenuti in Spagna nel 2013 e ritenuti responsabili di aver collocato l’ordigno nella navata centrale della Basilica di Saragozza nell'ottobre 2013. C'è comunque da dire che al momento non c'è stata nessuna rivendicazione.

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