“Ci siamo svegliati con il suono delle sirene e siamo corsi nei rifugi”, il racconto a Fanpage.it da Tel Aviv
"Sabato mattina ci siamo svegliati con il suono delle sirene che ci avvertivano di metterci a riparo all'interno dei rifugi". Daniele Moscati, CEO del Jewish Economic Forum, vive da 20 anni in Israele e più precisamente a Tel Aviv. Il suono allarmante che avvisa i residenti di mettersi al riparo non è una novità per lui e la sua famiglia "ma stavolta – ci spiega – è stato diverso. Solitamente nella zona del centro di Israele, si arriva ad allarmi e a lanci di missili dopo che magari c'è stata un'escalation di violenza, stavolta invece siamo stati svegliati di soprassalto e tutto è accaduto all'improvviso".
La fuga nei rifugi
Terminato l'allarme, Daniele è tornato a casa e in quel momento, attraverso le testimonianze di amici e dalle notizie in tv, si è reso conto di cosa stava accadendo. "Abbiamo passato la giornata incollati alla televisione, solo la sera sono risuonate le sirene un'altra volta e siamo corsi nei rifugi, come è accaduto oggi (ieri ndr.) pomeriggio". Daniele ci tiene a sottolineare l'eccezionalità di quanto sta avvenendo in questi giorni, ovvero da quando sono iniziati gli attacchi di Hamas a Israele. "Un messaggio che è importantissimo da passare è che siamo di fronte ad un evento senza precedenti. Siamo di fronte ad un momento che andrà nei libri di storia, perché quello che è stato fatto è qualcosa di che va al di fuori di qualsiasi parametro ed equilibrio che era fino a venerdì".
Le ultime notizie
Sirene di allarme continuano a suonare in Israele per il lancio di missili di Hamas mentre a Gaza bombardamenti israeliani continuano senza sosta. Israele ha dichiarato lo "stato di guerra" e ordinato l'assedio totale della striscia di Gaza interrompendo il passaggio delle forniture di corrente, acqua e cibo. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l'azione militare contro Gaza è appena iniziata e che Israele utilizzerà "una forza enorme". Hamas minaccia di uccidere gli ostaggi e i prigionieri. “Ogni attacco contro la nostra popolazione senza preavviso verrà risolto con l’esecuzione di uno degli ostaggi civili”, hanno affermato in un comunicato le Brigate Ezzedine al-Qassam, il braccio armato di Hamas.