Choc in Africa, liberati 157 bimbi: erano usati come schiavi sessuali e venduti come oggetti
Costretti a vivere in schiavitù, a realizzare lavori pesanti e a prostituirsi. Era questa la drammatica situazione di decine di bambini e adolescenti salvati dalla polizia in Nigeria e Benin. Nei due Paesi africani, le forze dell'ordine hanno liberato 157 minori dalle mani dei trafficanti di esseri umani. Nell'operazione Epervier II (Sparviero, in francese) hanno partecipato 100 agenti, coordinati dall'Interpol, l’organizzazione internazionale della polizia criminale. Le piccole vittime hanno subito pestaggi e abusi psicologici, tra cui minacce di morte o intimidazioni che non avrebbero mai più rivisto i propri genitori.
I bambini e adolescenti – scrive in una nota l’Interpol – hanno tra gli 11 e 16 anni e provengono dal Benin, dal Burkina Faso, dal Niger, dalla Nigeria e dal Togo. La maggior parte di loro lavorava nei mercati locali o veniva impiegata per il trasporto di carichi pesanti. Il più piccolo era costretto a portare sacchi di riso di 40 chilogrammi attraverso la frontiera tra Benin e Nigeria. Le bambine – ne sono state liberate 121 – erano obbligate a servire come cameriere o nei lavori domestici. Per altre, purtroppo, il destino è stato ancora più terribile perché le reti criminali le costringevano a prostituirsi. In Nigeria, i minori liberati sono stati affidati all'Agenzia nazionale per la proibizione della tratta di persone (Naptip), mentre in Benin alcuni bambini hanno fatto rientro nelle loro famiglie e altri sono stati consegnati alle cure delle organizzazioni non governative. “La tratta di esseri umani è un crimine transnazionale dal quale i più vulnerabili, come i bambini, semplicemente non possono scappare”, ha dichiarato Jürgen Stock, a capo dell’Interpol.
La polizia ha arrestato 47 sospetti trafficanti e sequestrato veicoli, contanti, telefoni e computer. L’operazione, che ha preso il via ad inizio aprile, ha riguardato i mercati di Porto-Novo e Abuja (rispettivamente capitali di Benin e Nigeria), nonché aeroporti, porti marittimi e aree di confine. Intanto continuano le indagini per smantellare le reti criminali ancora attive. Per Paul Stanfield, il direttore dell’Interpol contro il crimine organizzato, i due Paesi infatti sono origine, transito e destinazione della tratta di esseri umani. “Sono gruppi criminali organizzati il cui scopo è il denaro – ha detto Stanfield a Reuters – ed è difficile fermarli perché nella regione mancano le risorse”. L'Interpol, tuttavia, riconosce i recenti progressi compiuti dai due Paesi dell’Africa occidentale per contrastare il fenomeno.
“Nessuno vuole essere uno schiavo nei mercati o nelle strade. E’ nostro dovere combattere la tratta di esseri umani, specialmente quando sono coinvolti bambini”, ha dichiarato Hounde Seidou, a capo della divisione della polizia del Benin per la protezione dei minori e delle famiglie (Ocpm). Secondo l'indice Global Slavery 2018, pubblicato dal gruppo per i diritti umani Walk Free Foundation, in Nigeria quasi 1,4 milioni di persone sono costrette a vivere come schiavi. In Benin, invece, sarebbero circa 60mila su una popolazione di poco più di 10 milioni di abitanti.
“La tratta di esseri umani è una forma multi miliardaria di criminalità organizzata internazionale e rappresenta una schiavitù moderna”, avverte l'Interpol. “Per i criminali, le vittime sono solo una merce che può essere utilizzata, e persino venduta, per realizzare profitti. C'è un totale disprezzo della dignità e i diritti umani”. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) stima che al mondo siano circa 40 milioni le persone ridotte in schiavitù. Quasi un terzo sono bambini, ma in regioni come l'Africa sub-sahariana e l'America centrale e i Caraibi la percentuale supera il 60%. “Lo sfruttamento sessuale e il lavoro forzato rimangono le forme principali della tratta – ha detto Yury Fedotov, direttore dell'Unodc – ma le vittime vengono trafficate anche per essere usate come mendicanti, per i matrimoni forzati o la pornografia”.