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Conflitto Israelo-Palestinese

Chi sono i tre italiani dispersi in Israele, possibili ostaggi di Hamas

Si tratta dei coniugi Hamas Eviatar Moshe Kipnis e Liliach Lea Havron e del 30enne Nir Forti. Sono tutti italo-israeliani. Per l’Italia il loro rilascio è una priorità assoluta in questa fase del conflitto.
A cura di Biagio Chiariello
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C'è grande preoccupazione per i tre italiani di cui non si hanno più notizie da sabato 7 ottobre, il giorno dell'attacco a sorpresa di Hamas nei confronti di Israele. Si tratta di una coppia di coniugi sessantenni, Eviatar Moshe Kipnis e Liliach Lea Havron, e del 30enne Nir Forti. Hanno tutti la doppia cittadinanza italo-israeliana.

Da ormai quasi una settimana non rispondono alle chiamate e nessuno, al momento, sa dove si trovino, come ha confermato il titolare della Farnesina Antonio Tajani. Per l’Italia il loro rilascio è una priorità assoluta in questa fase del conflitto.

Chi sono Eviatar Moshe Kipnis e Lilach Lea Havron

Eviatar Moshe Kipnis e Lilach Lea Havron si trovavano nel kibbutz di Be’eri, a pochi chilometri di distanza dal confine orientale della Striscia di Gaza, lo stesso dove l’organizzazione rabbinica Zaka ha annunciato la scoperta di 108 corpi di israeliani, nel primo giorno di ricerche delle vittime.

Be'eri è il più grande dei 25 insediamenti che compongono la regione di Eshkol e conta circa 1.200 residenti: è stato uno dei primi villaggi ad essere stato attaccato da Hamas. A quanto pare, la casa dei due italo-israeliani risulterebbe tra quelle rase al suolo dai miliziani.

Stando a quanto si apprende, Eviatar sarebbe trai capi di quel kibbutz. Insieme ai membri del villaggio e di quelli limitrofi, aveva creato una importante rete organizzativa per coordinarsi sulle eventuali incursioni da Gaza. L'uomo soffre di una malattia e ha bisogno di farmaci, come ha rivelato il figlio.

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Nadav Kipnis, figlio di Eviatar Moshe Kipnis e Liliach Lea Havron, nella puntata di Quarta Repubblica del 9 ottobre ha dichiarato di aver sentito i genitori per l’ultima volta la mattina di sabato 7 ottobre, quando gli avrebbero fatto sapere di essersi rifugiati nella ‘safe room' del kibbutz: “L’ultima cosa che abbiamo sentito da loro è che i terroristi stavano cercando di entrare, di forzare la porta. Hanno detto che stavano sparando…“.

Erano a casa quando sono scomparsi. Non sono sicuro che siano stati rapiti, ma quello che sappiamo ci porta a crederlo“ ha detto.

"Mio padre è disabile, ha una malattia che rende molto debole il sistema immunitario e i suoi muscoli. Se i miei genitori sono stati rapiti, come crediamo, speriamo papà possa avere i farmaci di cui ha bisogno", ha aggiunto il ragazzo, contattato da Rai News 24.

Chi è Nir Forti, il terzo italiano disperso in Israele

Nir Forti avrebbe partecipato, insieme alla sua fidanzata israeliana, al Nova Music Festival di Be’eri, a pochi passi dalla Striscia di Gaza. Divenuto drammaticamente noto come il rave party del massacro di Hamas.

In quell'occasione sarebbe rimasto ferito, come hanno confermato i genitori del 30enne parlando al Tg3. "Siamo riusciti a parlare solo con un suo amico, lui ha detto che ha visto che hanno sparato a Nir nella parte superiore del torace".

Originario di Omer, 10 chilometri a est di Beer Sheva, Nir Forti ha 30 anni e vive da anni a Tel Aviv, dove lavora come responsabile vendite presso la TytoCare, un’azienda che si occupa di assistenza sanitaria. La doppia cittadinanza è dovuta al ramo paterno: la nonna era di Trieste, mentre il nonno era di Milano.

Nir Forti
Nir Forti

Sabato mattina, quando sono iniziate le voci su quanto stava accadendo a sud di Israele, la sorella Tamar gli ha scritto un messaggio su WhatsApp alle 7.07: "Nir, stai bene?". Lui le ha risposto di sì ("Yes sis"). Poi la ragazza gli ha mandato un altro messaggio: "Incubo", è arrivato a destinazione, come dimostra la doppia spunta, il che è successo anche con i successivi invii alle 9.09 e alle 10.09, a cui però Nir non ha mai replicato.

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