Chi sono gli Incel e perché sul web scrivono frasi come: “Dobbiamo stuprare tutte le donne”
“Genocidio femminile subito”, “Tutte le donne incinte meritano di cadere giù dalle scale e perdere il loro bambino, e neanche così il loro dolore si avvicinerebbe al nostro”, “Le donne devono essere rinchiuse in scantinati e stuprate”. Questi sono solo alcuni dei post pieni d’odio verso il genere femminile apparsi online nei forum americani degli "Incel", abbreviazione di involuntarily celibate (celibato involontario). Gli Incel sarebbero quindi gli uomini single non per loro scelta, in altre parole, quelli che vorrebbero ma non riescono a fare sesso. Un sub cultura nata nel mondo virtuale che ha cominciato a diventare pericolosa anche in quello reale. Quando Alek Minassian ha investito e ucciso 10 persone in una strada affollata di Toronto il 23 aprile scorso, in molti hanno subito pensato a un attentato di matrice islamista. Dopo il suo arresto, però, è emersa un’altra verità. La polizia canadese ha scoperto che, prima di compiere la strage, il giovane studente universitario aveva scritto un delirante messaggio sulla sua pagina Facebook in cui inneggiava “alla ribellione degli Incel” in onore al “supremo gentiluomo Elliot Rodger”, l’autore di un altro massacro avvenuto in California nel 2014. Rodger, 22 anni, scaricò le sue frustrazioni sessuali ammazzando 6 persone, prima di suicidarsi. In un lungo e agghiacciante manifesto condiviso online, il ragazzo giustificava gli omicidi come rappresaglia contro le donne, ritenute “colpevoli” della sua verginità e di avergli rifiutato il sesso e il piacere che riteneva gli spettassero di diritto.
Gli Incel, gli uomini che disprezzano le donne
Non è facile districarsi attraverso la terminologia adottata dagli incel per indicare i vari soggetti che popolano il loro inquietante mondo virtuale: un complesso linguaggio gergale nato per differenziare chi fa parte della comunità dagli estranei. All'interno del movimento incel c’è di tutto: da chi si limita a condividere la propria ansia e solitudine fino ad arrivare a coloro che inneggiano alla violenza. Le donne, responsabili dei loro fallimenti sessuali, sono considerate superficiali, attratte solo da uomini con tratti somatici e genetici particolari come possono essere una mascella ben scolpita o un certo tipo di struttura ossea. Un “privilegio” sessuale vissuto dagli Incel come un’ingiustizia. Da qui la loro misoginia e il desiderio di vendetta verso un sistema che giudicano discriminatorio. Aspirano ad una società patriarcale in cui le donne sono semplici oggetti da sottomettere ai loro desideri sessuali. E non mancano i sostenitori di Elliot Rodger (indicato come ER) e dell'autore della strage di Toronto. “Non biasimo Alek Minassian per quello che ha fatto. Ci saranno sempre più violenze a causa del modo in cui la società ci tratta”, è l'opinione di un incel statunitense. Ma c’è anche chi si spinge oltre e propone attacchi con l’acido o festeggia una violenza carnale.
Gli incel italiani
E’ difficile dire quanti siano gli incel italiani. Di sicuro sono migliaia quelli che interagiscono nei gruppi online. Anni di sofferenza e di umiliazioni che trovano sfogo nel web. Leggendo i loro post la prima cosa che appare evidente è il vittimismo: un modo per giustificare la verginità imposta dai tanti rifiuti femminili. Le donne, secondo la loro visione delle relazioni umane, sono interessate solo ai Chads, ovvero gli uomini sessualmente vincenti e attraenti (nella versione italiana prevale anche il nomignolo Tommy, per Tommaso, identificato come il prototipo di belloccio figlio di papà). Gli incel, invece, sarebbero i maschi Beta, gli ʽsfigati’, emarginati ed esclusi a causa del loro aspetto fisico. Seguono la teoria LMS, un acronimo inglese che sta per Look, Money e Status. Come si legge in uno dei forum incel italiani più popolari: “Questa breve sigla racchiude in sé i tre fattori principali che servono ad un uomo per attrarre le donne. Iniziate quindi a dimenticare tutte le varie fesserie che avete sentito su come conquistare una donna, romanticismo, gentilezza. In ambito seduttivo non esiste meritocrazia né equità”. E poi c’è la frustrazione: “Che schifo arrivare vergine a 26 anni. Ti si spappola il cervello”, è l'amarezza di un giovane.“Essere brutti ti rende inferiore agli altri. Nessuna maschera, imposizione sociale cancellerebbe questa inferiorità di percezione”, ammette un altro utente.
Il passo verso la rabbia è breve. Nel mirino ci sono le Stacey, le donne promiscue e sensuali che, grazie alla loro bellezza, riescono ad ottenere tutto ciò che vogliono. Ma la loro idea di maschilismo è così evidente che chiamano “zerbino” l’uomo troppo tenero con le donne, accusato di aver perso la sua virilità. “Gli zerbini sono troppo limitati per capire cosa davvero vuol dire la necessità di scopare per un maschio, non è solo mero piacere fisico”, si legge in un post di un Incel italiano. Una sottocultura dove la bellezza, vera o apparente che sia, diventa l’unica cosa di valore. Così c’è chi chiede consigli sull'utilità di colpirsi la mascella con un martelletto per farla diventare più virile oppure su come picchiettarsi gli zigomi per cambiare i tratti somatici. E non mancano gli esercizi per il collo per assumere un aspetto più macho.
Nel mondo incel tutto sembra ruotare attorno al sesso: l’amore diventa un orpello inutile, un’invenzione creata da chi non riesce a trovare una partner attraente. Le donne vengono catalogate con un punteggio che va da 1 a 10, le “cesse obese” e le femministe sono quelle che generano i commenti più cattivi. “I movimenti femministi e la società – scrive un incel italiano – non si rendono conto che le donne vogliono essere trattate da oggetto dell’uomo e così si comportano ogni giorno”.
Secondo gli incel italiani, il risentimento e il disprezzo verso le donne contenuto nei loro messaggi non sarebbe altro che la libera espressione di un’opinione, certo magari un po’ forte nei toni, ma sempre con un intento quasi goliardico o salvifico. Non ci stanno ad apparire come dei potenziali criminali. E hanno ragione: non tutti quelli che scrivono insulti razzisti e xenofobi sul web finiscono poi per ammazzare chi ha un colore delle pelle diverso dal loro, però il rischio che qualcuno, spinto dall'avversione verso il genere femminile, decida di passare dalle parole ai fatti è reale. Elliot Rodger e la strage di Toronto lo dimostrano.