Chi sono gli “enfants sorciers”, i bambini-stregoni perseguitati perché creduti maledetti
Orfani o abbandonati dai genitori perché nati con disabilità fisiche o mentali, oppure semplicemente perché gemelli o albini. Li chiamano “enfants sorciers”, sono i piccoli stregoni, bambini accusati di esercitare poteri occulti. Un fenomeno inquietante diffuso soprattutto nel cuore dell’Africa nera. Come ha rilevato uno studio diffuso dall'Unicef nel 2010, negli ultimi anni c’è stato un incremento delle accuse di stregoneria rivolte ai bambini in particolare in Angola, Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo. E proprio in quest’ultimo Paese, i bimbi subiscono esorcismi e violenze da parte di sedicenti guaritori che, a cambio di denaro, sostengono di liberarli dal “maligno”. Alcuni perdono la vita durante questi riti crudeli, altri preferiscono fuggire e vivere in strada.
A Kinshasa, metropoli di oltre 10 milioni di abitanti e capitale della Repubblica Democratica del Congo, i bambini che sopravvivono in strada sono circa 30mila. Li chiamano Shegué (vagabondi), molti di loro cacciati proprio da chi invece avrebbe dovuto proteggerli. Accusati dai genitori o dai fratelli di essere posseduti dal diavolo o di aver portato malattie e disgrazie, finiscono per vivere di espedienti. Una discesa verso l’inferno in cui le uniche compagne saranno la povertà, la droga e la delinquenza. Una condizione aggravata anche dalla crisi economica e sociale, dove le superstizioni vengono alimentate dai pastori delle cosiddette “Chiese del risveglio” (Chiese evangeliche presenti nella Repubblica Democratica del Congo fin dagli anni ‘90). Congregazioni religiose che, grazie ai riti di “purificazione” e agli esorcismi, si arricchiscono.
Chi sono i bambini maledetti
Sono proprio i bambini più vulnerabili ad essere accusati di realizzare incantesimi, malefici e sortilegi. Basta poco per essere considerati posseduti e causa di sventura: un comportamento indisciplinato, il sonno agitato o l’incontinenza. In altri casi è una malattia come l’epilessia o una disabilità come l’autismo o la sindrome di Down a "giustificare" l’accusa di stregoneria. La presenza di uno spirito maligno, però, nasconderebbe una realtà ben più crudele: il desiderio di allontanare un figlio indesiderato e una bocca in meno da sfamare. Come ha documentato Aleksandra Cimpric, l’autrice del rapporto dell'Unicef, sono diversi i casi di orfani che una volta accolti nella nuova famiglia diventano il capro espiatorio di tutte le disgrazie. Il bambino addirittura può essere ritenuto colpevole di aver provocato la morte dei suoi genitori.
Ester, di 13 anni, non ha mai conosciuto la madre. Il padre si è rifatto una famiglia ma, poco dopo, è stata accusata di stregoneria dai suoi stessi parenti adottivi. “Un giorno, la mia matrigna si è ammalata”, ha raccontato la piccola. “Aveva dei dolori allo stomaco. Hanno detto che l’avevo stregata. Non sapevo di che cosa stessero parlando. Ho negato, ma nessuno ha voluto ascoltarmi”. Un’esperienza simile a quella di Roger, di 10 anni. “La mamma mi ha lasciato quando ero piccolo, non ricordo altro. Ad un certo punto mio papà non si sentiva molto bene, era sempre debole. Così la sua nuova moglie ha cominciato a picchiarmi accusandomi di essere uno stregone. Mi diceva che ero la causa del male di mio padre e mi ha cacciato via”.
Storie di abbandono, come quelle raccolte da Save the Children tra i bambini di strada a Kinshasa. Quando aveva solo 14 anni, Marceline, fu data in sposa ad un uomo di 7 anni più grande di lei. La famiglia del marito non la accettò mai. La prima gravidanza non andò bene e così anche il secondo tentativo. Incolpata di non voler concepire un figlio, Marceline venne additata come strega. Cacciata, fece ritorno nella casa paterna ma anche i genitori e il resto dei parenti la considerarono causa di disgrazia e non vollero più vederla. Oppure come Mamie, di 10 anni, ripudiata dalla madre a causa di una malformazione fisica. Quando il padre morì, la madre non esitò ad accusarla di stregoneria e l’abbandonò in un mercato.
La stregoneria in Congo, una tradizione inventata
Secondo i più recenti studi antropologici, la stregoneria non può essere interpretata solo in termini di “tradizione africana”. È piuttosto una “nuova” tradizione, o meglio, una “tradizione inventata”. Nei villaggi della Repubblica democratica del Congo, in passato, erano soprattutto le donne anziane ad essere considerate delle streghe, ma dagli inizi degli anni Novanta, specialmente nelle grandi città, sono diventati i bambini i “colpevoli” di malefici e malocchi. Nonostante la credenza nella stregoneria sia effettivamente piuttosto diffusa in Africa, le cause di questo fenomeno sono più complesse: l’urbanizzazione di migliaia di famiglie dovuta alle difficoltà economiche, gli effetti devastanti della guerra civile, e il proliferare di sette religiose sono alcuni dei motivi di questa assurda “caccia alle streghe”.
Le torture dei riti di “purificazione” e il business degli esorcismi
Le persecuzioni nei confronti dei bambini hanno avuto un notevole incremento in seguito alla diffusione di numerose congregazioni religiose, in particolare di quelle appartenenti al movimento pentecostale e profetico. Sono proprio i pastori di queste chiese ad essere determinanti nell’accusa ai bambini. Questi pseudo preti dovranno infatti accertare la presenza di uno “spirito maligno”. E il trattamento “spirituale”, come viene definito, potrà iniziare solo dopo che il bambino ha confessato. Confessioni spesso trasmesse in diretta su canali televisivi delle chiese evangeliche. Ammissioni di colpa ottenute con la forza, in certi casi con vere e proprie torture: incisioni nell'addome con machete non sterilizzati, lunghi digiuni, purghe, bruciature con cera rovente. Come ricorda Bruno: “Per tre giorni non ci hanno permesso di mangiare o bere. Il quarto giorno, il pastore ci ha messo le mani sopra una candela per farci confessare. Così ho ammesso le accuse e il supplizio è finito”. In cambio di denaro, i pastori propongono poi la "cura dell'anima", ovvero, la guarigione divina e la liberazione del bambino. L’esorcismo vero e proprio, un business lucrativo per molti sedicenti guaritori.
Nella Repubblica democratica del Congo, ancora segnata dagli effetti della lunga guerra che ha portato al potere Laurent-Désiré Kabila (padre dell’attuale presidente Joseph Kabila), sono 3.383 le vittime delle violenze registrate dall'ottobre 2016 ad oggi. Solo pochi mesi fa sono state scoperte 30 fosse comuni nella provincia del Grand Kasai, sconvolto dagli scontri tra l’esercito congolese e i miliziani di Kamuina Nsapu. Con un livello di povertà e mortalità infantile tra i peggiori al mondo, nonostante l’impegno di Ong, dei missionari e delle agenzie delle Nazioni Unite per cercare di arginare il fenomeno delle persecuzioni, migliaia di bambini continuano a vivere nel terrore di essere accusati di stregoneria.