Chi potrebbe guidare Hamas dopo l’omicidio di Yahya Sinwar: i nomi dei possibili candidati
Chi sarà il successore di Yahya Sinwar? È una delle domande ricorrenti negli ultimi giorni dopo l'uccisione, giovedì scorso, del leader di Hamas nella Striscia di Gaza. Il partito armato palestinese però intende mantenere il massimo riserbo per più che comprensibili "ragioni di sicurezza", ragioni dettate dalla precisione con la quale, da alcuni mesi a questa parte, l'esercito israeliano ha iniziato a colpire anche i capi dell'"asse della resistenza". Lo ricordiamo: il 31 luglio a Beirut è stato assassinato il comandante militare di Hezbollah Fuad Shukr. Il giorno seguente è stata la volta del leader di Hamas Ismail Haniyeh, ucciso a Teheran. Il 27 settembre a perdere la vita in un raid è stato Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah e giovedì scorso, il 16 ottobre, è stato assassinato Yahya Sinwar.
Il nome del prossimo leader di Hamas non prima di marzo
La nomina del prossimo leader di Hamas è dunque coperta dal massimo riserbo e il nome verrà comunicato a marzo; per il momento l'organizzazione sarà guidata da un un comitato composto da 5 membri: Khalil al-Hayya, indicato come responsabile degli esteri e della politica per Gaza; l’ex leader Khaled Meshaal; il capo del Consiglio della Shura, Muhammad Darwish; Zaher Jabarin; e un quinto (probabilmente legato al braccio armato) la cui identità non è stata svelata.
Chi è Khalil al-Hayya, il principale candidato alla guida di Hamas
Ed è proprio tra questi cinque nomi che potrebbe essere individuato il futuro leader di Hamas. Secondo la BBC, che cita un funzionario del partito palestinese, il candidato di punta potrebbe essere proprio Khalil al-Hayya, già vice di Sinwar e massimo dirigente del gruppo al di fuori di Gaza. L'uomo attualmente vive in Qatar, location che lo dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) tenere al riparo da possibili attentati da parte di Israele.
Il miliziano guida da mesi la delegazione di Hamas nei colloqui per un cessate il fuoco tra il gruppo e Israele e possiede una conoscenza approfondita della situazione a Gaza e relazioni di alto livello con i partner politici interni ed esterni. Venerdì scorso è stato proprio Al-Hayya ad ufficializzare la morte di Sinwar e ad annunciare che il suo "martirio" sarebbe servito come motivazione per continuare la lotta. Rivolgendosi agli israeliani, al-Hayya ha affermato che gli ostaggi "non torneranno da voi a meno che non cessi l’aggressione a Gaza. Israele deve ritirarsi e i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane devono essere rilasciati", ha detto.
I due "outsider": Mohammed Sinwar e Khaled Meshal
Un altro nome che potrebbe farsi spazio è quello di Mohammed Sinwar, fratello minore di Yahya. Nato nel 1975 nel campo profughi di Khan Yunis, Mohammed ha già ricoperto ruoli assai rilevanti operando fianco a fianco con i leader di Hamas nella Striscia e ottenendo la fiducia necessaria per assumere incarichi di primo piano, a partire dalla gestione degli ostaggi israeliani ancora prigionieri nella Striscia.
Altre fonti indicano invece che il prossimo capo di Hamas potrebbe essere Khaled Meshal, ora dirigente dell’ufficio politico dei palestinesi della diaspora. Vive a Doha, in Qatar, ed è stato già uno dei capi del partito armato dalla fine degli anni ’90 fino al 2017, quando si dimise. Fu avvelenato nel 1998 da agenti israeliani e salvato con un antidoto fornito proprio da Israele nell’ambito di un accordo diplomatico con la Giordania.