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Chi era de Margerie, il rampollo dello champagne diventato il re del Medio Oriente

L’Ad di Total discendeva da un’antica famiglia della Loira. Laureato presso l’École Supérieure de Commerce, si era distinto per la forte personalità e la straordinaria capacità negoziale. Ultimamente aveva criticato duramente le sanzioni di Washington e Bruxelles a Mosca e auspicava l’abbandono del petrodollaro.
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La morte di Christophe de Margerie, amministratore delegato del colosso francese Total, rappresenta non solo un duro colpo per Parigi e il suo comparto energetico, ma anche per Mosca e l'intero scacchiere internazionale visto il ruolo giocato dall'Ad nella gestione delle relazioni, quanto mai complicate, tra occidente e Russia.
Discendente della dinastia Taittinger, una delle più prestigiose case di produzione di champagne di tutto il mondo (figlio di Pierre Rodocanachi e Colette Taittinger, aveva assunto successivamente il cognome del suo patrigno Pierre-Alain Jacquin de Margeri), de Margerie nato il 6 agosto del 1951 a Mareuil-sur-Lay-Dissais (in Loira), era entrato in Total nel 1974 fresco laureato presso l'École Supérieure de Commerce di Parigi.

La carriera

In poco tempo si fece notare all'interno dell'azienda francese come negoziatore abile e scaltro nel complesso scacchiere del Medio Oriente, dove nel corso degli anni '80 è diventato un vero e proprio punto di riferimento per la comunità internazionale. Tanto che nel 1995 la compagnia lo nominò a capo della divisione mediorientale e guadagnando soli quattro anni dopo, nel 1999, la carica di componente del consiglio esecutivo in qualità di responsabile del dipartimento produzione ed esplorazione.
In meno di dieci anni da quella data de Margerie, grazie all'elezione avvenuta nel 2007 di Thierry Desmarest a nuovo amministratore delegato di Total (ovvero l'uomo che ha principalmente contribuito a far diventare la compagnia petrolifera francese la quarta azienda a livello mondiale nel settore degli idrocarburi), ha conquistato prima la carica di presidente della società è poi nel 2010, nominato direttamente dal suo predecessore, l'attuale carica di amministratore delegato.
De Margerie era considerato nell'ambiente energetico una personalità sanguigna, distinto per i noti baffi ormai bianchi, e capace di trattare con profitto anche con i dittatori dei regimi antidemocratici più noti e feroci, come quello di Saddam Hussein in Iraq e la Junta militare di Myanmar. L'Ad francese morto questa mattina venne anche incriminato, e successivamente prosciolto, dall'accusa di aver utilizzato in modo inappropriato beni francesi in Iraq durante il programma delle Nazioni Unite “Oil for food”, programma cui prese parte anche la Total.

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Negli ultimi mesi de Margerie ha caratterizzato la sua influenza politica, prima che di uomo d'apparato, per criticare le tensioni crescenti tra mondo occidentale – Washington in testa – e Russia. L'ex studente dell'École Supérieure de Commerce ha ribadito in più occasioni l'assoluta inutilità della ricostruzione, almeno in termini politici, di una nuova Cortina di ferro criticando apertamente le sanzioni imposte da Stati Uniti ed Unione Europea al commercio e alle personalità di nazionalità moscovita. Di recente, inoltre, de Margerie si è caratterizzato per essere stato il primo amministratore delegato di una delle principali compagnie petrolifere del mondo a criticare l'uso esclusivo del petrodollaro per le transazioni nel settore energetico, aprendo alla possibilità dell'utilizzo di altre monete per gli scambi commerciali del settore.

L'influenza internazionale

De Margerie, poche settimane prima dell'incidente di stamani, aveva annunciato che l'obiettivo di Total per il 2017 era quello di raggiungere la produzione di 3 miliardi di barili al giorno. Questo sarebbe dovuto avvenire attraverso la realizzazione di numerosi progetti petroliferi in corso soprattutto in Africa. In particolare il progetto “Clov” in Angola e Egina in Nigeria.
Secondo le ultime indiscrezioni circolate nelle ultime settimane il 63enne era intenzionato ad indicare come suo possibile successore o Philippe Boisseau, attuale responsabile della divisione energetica, oppure – secondo quanto riportato dall'emittente economica Cnbc –, Patrick Pouyanne (attuale responsabile della divisione chimica e delle raffinerie). Il Consiglio d'Amministrazione della Total si riunirà già nella giornata di oggi per stabilire come si dovrà procedere dopo la morte del suo Ad avvenuta a Mosca, mentre il titolo della compagnia ha perso – giovedì mattina subito dopo la notizia dell'incidente – l'1,26 per cento in borsa. De Margerie lascia la moglie ed un figlio.

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